Antonio Mancini non è morto, scambio di persona con Luciano: l'ex della Banda della Magliana smentisce in chat
Smentita la morte di Antonio Mancini, ex Banda della Magliana: la rettifica è arrivata dallo stesso “morto”, che ha chiarito lo scambio di persona
Dopo la notizia della morte di Antonio Mancini, uno dei fondatori della Banda della Magliana, è arrivata la smentita. Dallo stesso interessato “morto”, che con un ironico commento ha chiarito lo scambio di persona: la persona deceduta è l’88enne Luciano Mancini, detto “er Principe“, un altro ex membro dell’organizzazione criminale romana.
- La morte di Antonio Mancini
- L’errore di comunicazione sul Mancini morto
- Antonio Mancini, collaboratore di giustizia
La morte di Antonio Mancini
“Morto Antonio Mancini, ultimo boss della Magliana. Aveva 85 anni”. Con simili titoli nella giornata di ieri – martedì 2 gennaio – era stata data la notizia della morte di uno dei membri della Banda della Magliana, l’organizzazione criminale operativa a Roma tra gli anni ’70 e ’90.
A distanza di qualche ora però, durante la notte è arrivata la smentita dallo stesso “presunto morto”. Antonio Mancini ha difatti scritto in una chat con alcuni conoscenti: “Dicono che sono morto a 85 anni… Pertanto c’ho altri dieci anni assicurati…”.
Alcuni esponenti della Banda della Magliana: il “morto” Antonio Mancini è il primo in basso a sinistra, di fianco a Massimo Carminati
Antonio Mancini, soprannominato “Accattone” o “zio Nino” ai tempi della Banda, è difatti nato nel 1948 (ha quindi 75 anni, dieci in meno di quanto comunicato nel suo necrologio) ed è vivo e vegeto. Alla base della confusione c’è stato uno scambio di persona, restando però sempre nell’ambito della criminalità organizzata romana.
L’errore di comunicazione sul Mancini morto
L’equivoco che ha portato allo scambio di persona è stato chiarito nella notte da Massimiliano Mancini, figlio di Luciano detto “er Principe”, anche lui ex esponente della Banda della Magliana, considerato un investitore dei capitali che provenivano dall’organizzazione criminale.
Proprio il figlio di Luciano Mancini ha dichiarato, come riportato da Rai News: “In queste ore nel dare conto della morte di mio padre, Luciano, c’è stato un errore di comunicazione, legato al fatto che il mio papà aveva lo stesso nome del collaboratore di giustizia, Antonio Mancini, il quale invece è ancora vivo”.
Antonio Mancini difatti, oltre a età e differente ruolo nell’organizzazione criminale (è stato difatti considerato uno dei fondatori della Banda della Magliana), è diventato nel 1994 collaboratore di giustizia.
Antonio Mancini, collaboratore di giustizia
Da quando Antonio Mancini ha deciso di diventare un collaboratore di giustizia, in seguito all’arresto avvenuto nel gennaio 1994, ha acceso luci su diversi casi di cronaca italiani (sue alcune importanti rivelazioni sul caso della sparizione di Emanuela Orlandi).
Mancini è diventato anche un personaggio nella cultura di massa, ispirando ruoli televisivi e cinematografici (come il personaggio di Ricotta nelle narrazioni nel libro e su schermo di Romanzo Criminale).