Annullato centro estivo in parrocchia a Cesena perché l'educatore è gay, il post del sindaco Lattuca è virale
A Cesena un parroco ha impedito ad un giovane di fare l'educatore in un centro estivo per una foto in cui bacia un altro ragazzo
Non può fare l’educatore perché gay. Succede a Cesena, dove una parrocchia ha impedito a un giovane di 18 anni di lavorare con i bambini nel centro estivo locale a causa di una foto in cui baciava un altro ragazzo. Dura la risposta del sindaco, la diocesi difende il parroco.
La vicenda del centro estivo di Cesena
Il 12 giugno i genitori che volevano iscrivere i propri figli al centro estivo gestito dalla parrocchia di Cesena Sarsina scoprono che il “Grest” non si terrà quest’anno.
Alla richiesta di spiegazioni, si scopre che il ragazzo responsabile dell’organizzazione, nonché uno dei due educatori maggiorenni del gruppo di ragazzi che doveva gestire il centro, non vuole più partecipare.
La ragione dietro a questo rifiuto sta in una decisione del parroco. Il ragazzo ha recentemente pubblicato sui social una foto in cui bacia un altro giovane. Il prelato ha quindi deciso che per questo non poteva lavorare a contatto con i bambini.
Gli è quindi stato offerto di continuare a coordinare il centro, ma senza fare l’educatore. Lui si è rifiutato, e così, in mancanza del numero minimo di maggiorenni necessario, il “Grest” è stato annullato.
La reazione del sindaco
Dura la reazione del sindaco della città Enzo Lattuca, che ha commentato sui social: “Pensavo che il Medioevo fosse ormai alle nostre spalle e che episodi di discriminazione come questo, inaccettabili, fossero estranei alla nostra città. Evidentemente mi sbagliavo”.
Anche i genitori sarebbero contrariati dalla scelta del parroco. Avevano infatti già incontrato il gruppo degli educatori, che già aveva tenuto i loro figli durante l’estate l’anno precedente. Ora si troveranno costretti a percorrere un chilometro e mezzo in più, portando i bambini in un’altra parrocchia.
La difesa della diocesi
Interviene anche la diocesi di Cesena, in difesa dell’operato del proprio prelato. In un comunicato, si sottolinea come non sia stata una decisione della parrocchia, ma bensì quella del ragazzo, a far annullare il centro estivo.
Avrebbe infatti potuto accettare il ruolo di coordinatore rinunciando al contatto con i bambini, come chiesto dal parroco, e non ci sarebbero stati problemi.
La nota legge: “Sul fatto specifico riproposto dalla cronaca odierna, la Diocesi precisa che a nessuno è stata impedita l’organizzazione del Centro estivo. Questione diversa è il mandato educativo chiamato a trasmettere i valori cristiani”.