Vaccino, quali sono i rischi se si rimanda la dose di richiamo
L'immunologa Antonella Viola ha analizzato i possibili rischi dovuti al prolungamento dei tempi tra la prima dose e quella di richiamo
In Italia, alle 6 del mattino di sabato 8 maggio, sono state somministrate oltre 23 milioni di dosi di vaccini: poco più di 7 milioni di persone ne hanno ricevute due, completando il ciclo vaccinale. Ma cosa succede se la seconda, quella di richiamo, viene rimandata? Dei rischi ne ha parlato l’immunologa Antonella Viola, docente di Patologia Generale all’Università di Padova e direttrice scientifica di Irp, in un’intervista concessa al Fatto Quotidiano.
Vaccino, quali sono i rischi se si rimanda la dose di richiamo
L’immunologa Antonella Viola ha spiegato che allungare il periodo tra le due dosi è “azzardato” per due motivi.
Ha infatti sottolineato che la prima protegge “la metà o poco più rispetto all’efficacia del vaccino”.
E, secondo rischio, una sola dose garantisce un’immunità parziale, che rende possibile la nascita di nuove varianti in caso di alta circolazione del virus. “Gli inglesi hanno adottato questa strategia – ha precisato -, ma con un lockdown durissimo”.
Vaccino, giusto sospendere i brevetti? Risponde l’esperta
Sul tema della sospensione dei brevetti per consentire a tutti i Paesi, potenzialmente, di produrre il vaccino in casa, Antonella Viola non si è detta totalmente d’accordo.
Se da un lato “è giusto dare la possibilità ad aziende di produrre se sono in grado di farlo”, dall’altro “decidere che il brevetto non c’è più potrebbe creare problemi perché rischia di disincentivare le aziende farmaceutiche a lavorare sui vaccini”.
“Certo – ha aggiunto – la tecnologia a mRna non può rimanere nelle mani di due sole aziende, ma a Pfizer e Moderna va riconosciuto lo sforzo fatto”.
Vaccino, “AstraZeneca è meno efficace”: parla Antonella Viola
Infine, AstraZeneca. Secondo Antonella Viola si tratta del vaccino “meno efficace” tra quelli a disposizione.
Inoltre, “la questione dei mesi di distanza tra una dose e l’altra non aiuta nella percezione, soprattutto adesso che si potrà viaggiare” e la gente vorrà al più presto il green pass.
“Rispetto al rischio trombotico – ha concluso – è più forte tra le donne giovani, quindi non toglierei il limite d’età, anche perché le donne giovani hanno un basso rischio di Covid severo: il rapporto rischi-benefici pare evidente”.