Insegnante di Prato, l'esame del dna anche per l'altro figlio
La 31enne è agli arresti domiciliari perché potrebbe inquinare le prove
Esame del dna anche per l’altro figlio 11enne dell’insegnante di Prato, agli arresti domiciliari da ieri. La 31enne è al centro delle indagini perché ha avuto una relazione con un minore, da cui ha avuto anche un bambino di 7 mesi. Secondo quanto riporta il Corriere, la procura ha richiesto l’esame del dna per l’altro figlio della donna, per stabilirne la paternità e fugare il dubbio che possa essere nato anche lui da una relazione extraconiugale.
Le accuse all’insegnante
La donna è indagata per violenza sessuale su minore, ed è agli arresti domiciliari perché per gli inquirenti potrebbe inquinare le prove o reiterare il reato. Il suo appartamento è stato perquisito ieri mattina. È emerso che la donna avrebbe sistematicamente visitato siti internet con materiale pedopornografico, e che avrebbe minacciato il 15enne con cui aveva una relazione per indurlo a fare sesso con lei.
Le minacce al ragazzino
Secondo quanto riporta il Messaggero, la donna avrebbe infatti scritto al ragazzino che, se lui avesse interrotto il loro rapporto, lei si sarebbe tolta la vita o avrebbe portato il loro figlioletto nella palestra frequentata dall’adolescente. La pressione pscologica esercitata su di lui, per ricavarne prestazioni sessuali, avrebbe dunque sollevato anche l’accusa di violenza sessuale per induzione.
La prima volta
La donna dava ripetizioni d’inglese al 15enne, in accordo con i genitori. Come riferisce il Messaggero, il primo rapporto sessuale si sarebbe consumato proprio durante una di queste lezioni, in cui il ragazzino aveva avvertito un forte mal di testa e si sarebbe sdraiato sul letto. A quel punto è scattato l’abuso, di cui l’adolescente sarebbe stato vittima senza rendersi conto di cosa stesse accadendo. Per la procura, il ragazzino aveva all’epoca 13 anni.
Indagato anche il marito
Risulta indagato anche il marito, coinvolto nella vicenda per un reato minore: quello di alterazione di stato. Perché pur sapendo che il bimbo era nato da una relazione extraconiugale, l’ha comunque dichiarato suo figlio biologico.