Bologna, ragazzini cadono dall'8° piano. Papà risulta innocente
Per gli investigatori sembrerebbe a tutti gli effetti una disgrazia
Due fratellini, di 14 e 11 anni, sono precipitati dall’ottavo piano di una palazzina popolare a Bologna, sabato mattina. Per gli investigatori sembrerebbe a tutti gli effetti una disgrazia, secondo quanto riporta Ansa, anche se non sono ancora state chiarite le dinamiche della caduta.
Dopo un lungo interrogatorio, i genitori di origine kenyota hanno fornito una versione credibile dell’accaduto, che non lascerebbe spazio a dubbi sull’innocenza del padre. L’uomo, un operatore sociosanitario di 43 anni, era in casa con i due bambini quando è avvenuta la tragedia: li aveva messi in punizione chiudendoli in camera, e poi era andato a fare una doccia. È stato un vicino ad avvisarlo che i due bambini erano precipitati al suolo.
La madre, parrucchiera, è stata raggiunta sul luogo di lavoro dagli agenti per poi essere accompagnata in questura. Lì, il papà ha riferito di aver sgridato i due figli per aver trattenuto dei soldi dal resto della spesa, e li ha puniti. Poco dopo, i vicini hanno udito due tonfi sordi ma nessun grido. Inutile l’intervento dei soccorsi. Si ipotizza che i due ragazzini siano caduti accidentalmente, forse a causa di un gioco, o forse per un tentativo di fuga, come riferisce il Corriere. Ma non si esclude nemmeno l’ipotesi del doppio suicidio.
Restano irrisolti i dubbi sul perché i corpi dei due fratellini siano stati trovati a 6 o 7 metri più in là rispetto all’asse di caduta. Inoltre, una vicina ha rilasciato a Mattino 5 la sua testimonianza, secondo la quale i tonfi provocati dall’impatto dei due corpi non sarebbero stati immediatamente consecutivi. Un mistero che si tenterà di risolvere prima dell’archiviazione del caso, sul quale verrà aperto un fascicolo contro ignoti.