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Sintomi nuove varianti Covid: come riconoscere Cerberus e Gryphon, le differenze rispetto alle precedenti

Covid-19, avanzano le varianti Cerberus e Gryphon. Ecco come riconoscere i sintomi e perché non bisogna confonderli con l'influenza stagionale

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Le nuove varianti Covid sono tra noi, e da Omicron 5 sono nate altrettante varianti – o sottocategorie, come si vogliono chiamare, altrimenti “costole” come definite da ‘Repubblica’ – che prendono il nome di CerberusGryphon. Entrambe sono capaci di raggirare lo scudo immunitario garantito dai vaccini. Ecco come riconoscere i sintomi delle nuove varianti.

Nuove varianti Covid, l’avanzata di Cerberus e Gryphon

La domanda ricorrente da tre anni, ovvero da quando il virus SARS-CoV-2 è entrato nelle nostre vite, è: “Sarà Covid?”.

Con l’approssimarsi dell’inverno è molto facile confondere i sintomi dell’influenza stagionale con quelli del Covid-19, specialmente da quando i vaccini hanno ridotto l’ospedalizzazione e arginato i sintomi gravi della malattia.

CovidFonte foto: iSTOCK
Covid, attenzione ai sintomi delle varianti Cerberus e Gryphon. Ecco come risconoscerle

Cerberus e Gryphon non hanno certamente il primato dei contagi registrato con Omicron 5, ma per riconoscerli è necessario cogliere le sfumature.

Per BQ.1, nota come Cerberus, è stata rilevata un’incidenza del 30,7%, circa un terzo dei campioni sequenziati. Negli Stati Uniti Cerberus è già responsabile della metà dei contagi. Nel frattempo è in corso l’avanzata di XBB, nota a noi come Gryphon, con un 3,30%.

Le raccomandazioni dell’ISS e dell’OMS

Su queste due varianti mette in guardia l’Istituto Superiore della Sanità (ISS) che consiglia di monitorare i sintomi in quanto si presentano “a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a una potenziale evasione della risposta immunitaria“.

Gryphon – precisa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – è invece indicata come “la più immunoevasiva mai vista”.

Come riconoscere i sintomi delle nuove varianti Covid, parla Pregliasco

A proposito dei sintomi delle nuove varianti Cerberus e Gryphon, si è pronunciato il direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano Fabrizio Pregliasco.

Pregliasco si sofferma soprattutto su Cerberus, che “stiamo cominciando a conoscere meglio”. Cerberus si manifesta soprattutto “nelle alte vie respiratorie” con sintomi simili a quelli dell’influenza quali raffreddore, tosse stizzosa (ovvero quella secca, insistente e più fastidiosa) e mal di gola.

Soprattutto, Pregliasco invita alla cautela con la temperatura corporea e consiglia di monitorare “anche una febbre non elevata, sotto i 38 gradi”, e in questo caso si rivela necessario sottoporsi al tampone.

Su queste nuove varianti, infine, Pregliasco ricorda che non si tratta di un semplice raffreddore, anche se alcuni pazienti ne presentano i sintomi: “A differenza del passato, ora non causano quasi più perdita del gusto e dell’olfatto, vertigini e mal d’orecchio. In sostanza, attaccano più le prime vie respiratorie. Per questo possono essere confuse con altre forme virali e indurre a soprassedere. Cosa sbagliata perché l’infezione Covid va diagnosticata”.

Nuove varianti in arrivo?

Non solo Omicron 5 con Cerberus e Gryphon. Una proiezione è necessaria, e su questo aspetto è intervenuto il responsabile dell’Unità di ricerca Epidemiologia molecolare dell’ Università campus Bio-medico di Roma Massimo Ciccozzi.

Alle colonne di ‘Repubblica’, Ciccozzi ha riferito: “Cerberus, come abbiamo evidenziato in uno studio, è meno contagiosa di Omicron 5, che è considerata la più contagiosa della storia” e per questo si dice “ottimista”, ma ciò non deve farci abbassare la guardia.

“Covid si sta adattando sempre più a noi” ma “non possiamo prevedere se arriverà una variante che ci spiazzerà e diventerà peggiore di Omicron: ecco perché dobbiamo essere pronti”.

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