Riapertura scuole: la dura accusa di Crisanti. Cosa rischiamo
L'epidemiologo Andrea Crisanti ha criticato duramente le ultime indicazioni in vista della riapertura delle scuole a settembre
Andrea Crisanti, epidemiologo di Padova che ha contribuito a contenere la prima ondata di coronavirus in Veneto, ha commentato le ultime novità in tema di riapertura delle scuole a settembre. Nel corso di un’intervista concessa a ‘Open’, l’esperto ha detto: “Quelle stilate per la scuola sono misure passive, che nessuno ha mai sperimentato e che non serviranno a nulla. Siamo davanti a un enorme spreco di denaro pubblico“.
Secondo Crisanti, se si tornerà in aula alle condizioni esistenti, non saremo in grado di garantire la salute “né del personale degli istituti, né della comunità”.
L’epidemiologo ha poi spiegato: “Sono misure artificiali, applicate solo per poter dare uno scudo di responsabilità ai presidi. Invece di dare regole blande e inefficaci per evitare che vengano violate, però, si sarebbe dovuta togliere la responsabilità penale a prescindere”.
A proposito dei banchi singoli, Crisanti ha detto: “Spendiamo due miliardi e più di risorse per misure del genere e non ci rendiamo conto che l’obiettivo primario è quello di non far entrare gli infetti”.
Stando alle disposizioni del Ministero, i tutori dei bambini e dei ragazzi dovranno misurare la temperatura a casa e, qualora questi avessero una febbre a partire dai 37,5 gradi, non li dovranno far andare a scuola. Duro, a questo proposito, il commento di Crisanti: “Ma ci rendiamo conto? È qualcosa di quanto più antiscientifico ci possa essere. Dobbiamo fare affidamento su una misurazione della temperatura fatta in casa, in maniera disomogenea da famiglia a famiglia? Fa rizzare i capelli una stupidaggine del genere“.
L’esperto ha anche detto: “Se non si fa il vaccino anti-influenzale, ci sarà un’enorme spreco di risorse e di tempo a isolare casi non problematici e a rintracciare catene di contagio fasulle. In un periodo così difficile, di tutto c’è bisogno tranne che di sprecare soldi e energie”.
A inizio agosto, Crisanti, che ha definito “coraggiosa” la scelta di chiudere le discoteche, aveva presentato un piano di rientro a scuola che prevedeva 4 punti: misurare la temperatura agli ingressi, fare i vaccini antinfluenzali, deresponsabilizzare i presidi e avere la possibilità di interdire l’accesso alle scuole fino al tampone di verifica ai residenti nelle zone in cui sono presenti dei cluster.