Putin rischia di rimanere solo, cento di diplomatici pronti a dimettersi: l'effetto Bondarev
Sarebbero in molti gli alti funzionari pronti a seguire l'abbandono dell'incarico del diplomatico russo all'Onu
Le dimissioni del delegato russo all’Onu, Boris Bondarev, potrebbero aver aperto una falla nel sistema granitico costruito dal presidente russo Vladimir Putin che adesso teme la fuga dei funzionari. “Non mi sono mai vergognato tanto per il mio Paese come il 24 febbraio” con queste parole il consigliere ha abbandonato il suo posto alle Nazioni unite, lasciando la missione russa di Ginevra. Tanti altri diplomatici sarebbero pronti a seguire la sua stessa strada. Un centinaio secondo la ricostruzione del Corriere della Sera.
Cento di diplomatici russi pronti a dimettersi, il caso Bondarev
La diserzione di massa farebbe seguito al malcontento che serpeggia tra le file dei dirigenti russi. Boris Bondarev è uno dei pochissimi alti funzionari della Federazione russa ad aver avuto il coraggio di schierarsi contro la guerra in Ucraina. Adesso ha paura per la sua sicurezza e per quella della sua famiglia, di parenti e amici in Russia. “Le mie dichiarazioni sono considerate un crimine in Russia e un procedimento penale è sicuro”, ha detto al quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung.
“Quello che ho fatto, l’ho fatto per la mia coscienza. Volevo muovere qualcosa, essere un’ispirazione per i miei colleghi, per i diplomatici, e altri connazionali, che vivono in Russia e pensano di non poter fare nulla” ha dichiarato Bondarev ammettendo di temere per la sua incolumità e per quella dei suoi cari.
“Possiamo solo dire che il signor Bondarev non è più dei nostri, anzi è contro di noi”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, in risposta alle dimissioni secondo il quale il diplomatico “si è espresso contro l’opinione dominante del nostro Paese”.
Il presidente russo Vladimir Putin a una riunione del Consiglio di Stato russo
Cento di diplomatici russi pronti a dimettersi, la fuga da Putin
Secondo quanto avrebbero rivelato fonti occidentali con buoni contatti nella diplomazia russa, “oltre cento funzionari sarebbero pronti a ripetere il gesto di Bondarev” .
Il segretario del Consiglio di Sicurezza del Cremlino, Nikolaj Patrushev, ha presentato proprio in questi giorni un rapporto dettagliato a Vladimir Putin, con nomi e cognomi degli oltre cento diplomatici in odore di “tradimento”, nel quale il ministero degli Esteri guidato da Sergei Lavrov viene definito “un castello di carte costruito sulla sabbia”.
Ma da quanto riportato dal giornale russo Kommersant, dall’inizio dell’invasione in Ucraina,si sarebbero dimessi già decine di diplomatici russi, anche se nessuno di loro ha avuto il coraggio di dire che lo ha fatto per protesta contro la guerra.
Cento di diplomatici russi pronti a dimettersi, i precedenti
Prima di Bondarev sono stati altri i profili di alto livello tra diplomatici, oligarchi e altre personalità a prendere le distanze dal Cremlino.
Il primo funzionario di più alto livello ad abbandonare il ruolo di inviato per il clima di Mosca è stato Anatoly Chubais, spiegando che la sua decisione è legata all’opposizione alla guerra di Vladimir Putin in Ucraina.
Ma posizioni in aperto contrasto dalla cosiddetta “operazione speciale” sono state prese anche dall’oligarca russo Oleg Tinkov e artisti come la prima ballerina del Bolshoi Olga Smirnova.