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Prigozhin rompe il silenzio e spiega perché ha marciato verso Mosca: pesante affondo contro la Russia e Putin

Evgenij Prigozhin, leader della Wagner, rompe il silenzio e spiega perché voleva marciare su Mosca

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Evgenij Prigozhin rompe il silenzio dopo due giorni nell’anonimato per raggiugnere la Bielorussia dove ora gli toccherà l’esilio dopo il tentativo di marcia su Mosca. Il leader della Wagner lo fa tramite un lungo vocale su Telegram, un messaggio volto a chiarire i motivi della ribellione, del ripensamento a 200 km dalla capitale russa e del futuro del Gruppo.

I motivi della rivolta

Tornato a parlare dopo due giorni di silenzio che avevano fatto discutere, Prigozhin sgancia l’ennesima bomba sulla gestione della guerra in Ucraina da parte della Russia e spiega i motivi della rivolta del Gruppo Wagner. Una milizia che, stando a quanto riferito dal leader, sarebbe stata sciolta nelle prossime settimane.

E alla base della marcia su Mosca c’era proprio la volontà del Cremlino di scaricare i mercenari il prossimo 1° luglio, con l’obiettivo di inglobarli nell’esercito russo. Ma Prigozhin, che sul fatto ha giocato d’anticipo, non ci sta: “Quasi nessuno dei nostri aveva accettato di firmare un contratto con il ministero della Difesa, perché tutti sanno che ciò porterà alla completa perdita della nostra capacità di combattimento”.

Nell’intervento su Telegram, poi, ha spiegato che i suoi uomini non avrebbero mai accettato di andare con la Difesa perché sarebbero stati utilizzati “come carne da macello” al fronte.

L’affondo a Putin

Ma non sono mancati anche gli affondi al presidente russo Vladimir Putin e alla gestione della guerra che va avanti ormai da quasi un anno e mezzo. Una guerra che, se fosse stata affidata direttamente alla Wagner, si sarebbe risolta subito secondo Progozhin.

L’avanzata verso Mosca, infatti, è stato il tentativo di Wagner di far capire cosa si è persa la Russia: “In ventiquattro ore abbiamo percorso la distanza che corrisponde a quella dal punto di partenza delle truppe russe il 24 febbraio del 2022 fino a Kiev, e da quel punto ancora fino a Usgorod”.

“Se all’inizio del conflitto il lavoro fosse stato eseguito da uomini con lo stesso livello dei nostri, forse tutto sarebbe durato un giorno” le parole del leader Wagner.

Presunte minacce alle famiglie

Ma perché una volta giunti a pochi chilometri da Mosca c’è stato il ripensamento? La decisione ufficiale riguarda l’accordo con la Bielorussia per lo stop alle ostilità con la Russia e la disponibilità di Minsk alla protezione in esilio, ma ben altre, invece, potrebbero essere le cause.

Il Telegraph, infatti, ha svelato che l’operazione militare sarebbe stata annullata una volta che Prigozhin è stato informato che i servizi segreti russi avevano minacciato le famiglie dei mercenari.

putin Fonte foto: ANSA
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