Paxlovid, cos'è e come funziona: la spiegazione di Burioni e la possibile svolta annunciata dal virologo
Il virologo Roberto Burioni ha spiegato come funziona il farmaco anti Covid Paxlovid e ha annunciato una possibile svolta nella lotta alla pandemia
Lo scorso 4 febbraio è iniziata la distribuzione delle prime pillole antivirali di Pfizer Paxlovid, per il trattamento del Covid. Il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo ha firmato il contratto con l’azienda farmaceutica e ha dato l’annuncio della distribuzione alle Regioni e alle Province autonome. Sull’efficacia del farmaco antivirale si è soffermato il virologo Roberto Burioni, che ha spiegato come funziona e ha accennato a una possibile svolta.
Paxlovid, come funziona il farmaco: la spiegazione di Burioni
Roberto Burioni, ospite a ‘Che tempo che fa’, programma in onda su Rai 3, ha spiegato come funziona il farmaco antivirale Paxlovid, appena approvato per la cura contro il Covid.
Innanzitutto, il virologo si è soffermato su che cosa sia un farmaco antivirale: “Deve essere un veleno selettivo, deve fare male al virus e non al paziente, ed è problematico perché i virus si replicano usando le strutture delle nostre cellule. Come fare? I virus hanno punti deboli, che talvolta sono proprio i loro punti di forza. Il coronavirus è un virus estremamente contagioso e deve replicarsi tantissimo: in un paziente ammalato di Covid ci sono 100 miliardi di virus infettivi e non tutte le strutture delle cellule sono adeguate alle esigenze del virus, che quindi talvolta usa una struttura sua”.
“Serve qualcosa che blocchi questa struttura – ha aggiunto Burioni -: ed è il farmaco antivirale. Tra le strutture di un virus c’è la proteasi virale: praticamente si tratta di ‘forbici’ che il virus usa per tagliare in più pezzi una proteina molto grande. Questi pezzi più piccoli consentono al virus di replicarsi. Il Paxlovid blocca queste ‘forbici’ e quindi il virus non riesce a replicarsi”.
Paxlovid, è sicuro? La risposta di Burioni
Ma è sicuro il Paxlovid? Burioni ha citato un recente studio che ha coinvolto 2 mila pazienti, tutti non vaccinati e ad alto rischio.
Lo studio ha certificato che nel quasi il 90% dei casi, grazie al Paxlovid, si è scongiurata non solo la morte, ma anche la malattia grave.
“Una metà dei pazienti ha ricevuto Paxlovid, l’altra metà invece no: le 13 morti registrate si riferiscono a pazienti che non hanno ricevuto il farmaco”, ha spiegato Burioni.
Il virologo Roberto Burioni ospite a ‘Che tempo che fa’, trasmissione condotta da Fabio Fazio su Rai 3
La speranza di Burioni: perché il Paxlovid può essere la svolta
Ma l’entusiasmo di Burioni va oltre lo studio sugli esseri umani. Il virologo ha citato dei dati ottenuti da ricerche su criceti infettati col coronavirus: quelli trattati col Paxlovid “non hanno trasmesso la malattia agli altri”.
In sostanza, una svolta: “C’è la speranza che il Paxlovid possa ostacolare la diffusione del virus. Si somministra per bocca con compresse, per alcuni giorni, ma queste terapie sono efficaci solo se si somministrano precocemente. Altrimenti non servono più. Dopo i primi sintomi serve subito la diagnosi col tampone e dare al paziente questo farmaco: abbiamo 5 giorni di tempo, dopo il farmaco non è più efficace. Sprecare questa opportunità per una disorganizzazione sarebbe imperdonabile”, ha concluso Burioni.