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Origine del Covid, scienziata cinese "sapeva tutto": nuova rivelazione

Ua virologa del laboratorio di Wuhan è stata accusata di aver taciuto sulla pericolosità del coronavirus: la "denuncia" in un libro

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Una scienziata cinese del centro di virologia a Wuhan sapeva che si nascondeva una potenzialità letale tra le proteine del Sars-CoV-2 ma non ha parlato. È questa, in sostanza, la rivelazione del giornalista Paolo Barnard nel libro-inchiesta “L’origine del virus” edito da Chiarelettere e scritto in collaborazione con gli scienziati Steven Quay e Angus Dalgleish.

Si chiama Zheng-Li Shi ed è una “indiscussa leader mondiale degli esperimenti sui coronavirus dei pipistrelli” a capo del Wuhan Institute of Virology. Proprio lei, secondo il giornalista Barnard, alla fine del 2019 “individuò un dettaglio ben distinto nelle proteine di Sars-CoV2: fra la selva di aminoacidi si nascondeva un’arma letale“.

“Nessun altro coronavirus nella famiglia del Sars-CoV-2 possedeva in natura” quest’arma letale, ha osservato, “mentre proprio i laboratori come il suo erano specializzati nell’inserimento artificiale, all’interno delle proteine dei virus, di quel potente meccanismo enzimatico per fini sperimentali”.

Questa ricercatrice cinese, ha ricordato Barnard, “fu la prima al mondo a puntare i moderni sistemi di mappatura genetica sul nuovo coronavirus che stava già mietendo vittime a un ritmo preoccupante a Wuhan, la sua città”, e “si rese conto che il Covid-19 non sarebbe stato affatto una malattia respiratoria di tipo Sars”, ma che “sarebbe stata quasi di certo pandemia, falcidia debordante di vite umane”.

Il problema, però, è che “la scienziata tacque“,e scelse di non avvisare il mondo della sua scoperta. “A sua giustificazione – ha ricordato Barnard – c’è da precisare che da tempo l’intero Wuhan Institute of Virology lavorava sotto l’occhio vigile dell’Esercito popolare di liberazione del Partito comunista cinese”. Con tutta probabilità, “la virologa non fu libera di parlare”.

Al contrario, ha osservato Barnard, una ipotetica “diagnosi precoce dell’arma biologica insita nel nuovo coronavirus e comunicata dalla scienziata cinese agli organi sanitari sovranazionali ben prima del dilagare dei contagi nel resto del globo avrebbe permesso loro di comprendere subito le vere dimensioni del pericolo e di attivare misure di contenimento assai più drastiche e mirate”.

Che fine farà il coronavirus? Lo scenario più realistico Fonte foto: ANSA
Che fine farà il coronavirus? Lo scenario più realistico
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