Matteo Messina Denaro trovò lavoro alla zia con una telefonata. Intercettazione torna al centro delle indagini
La zia di Matteo Messina Denaro aveva bisogno di lavorare. Il nipote fece qualche telefonata e nel giro di 15 minuti le trovò un posto di lavoro
La zia di Matteo Messina Denaro aveva bisogno di trovare un lavoro. Avendone notizia il nipote fece qualche telefonata e nel giro di un quarto d’ora le trovò un’occupazione. L’intercettazione, già nota ai magistrati, torna al centro delle indagini dopo l’arresto del superlatitante.
- La zia di Matteo Messina Denaro aveva bisogno di lavorare
- La telefonata di Matteo Messina Denaro
- L'intercettazione torna d'attualità
La zia di Matteo Messina Denaro aveva bisogno di lavorare
“Haiu bisognu di travagghiare… unniegghe’… anche bidella ‘e scole”, dice zia Rosa al nipote in dialetto castelvetranese. Traduzione: “Ho bisogno di lavorare… ovunque… anche facendo la bidella a scuola”.
In genere le donne della famiglia Denaro non lavorano, ma il boss ascolta con attenzione la richiesta della zia e la rassicura: “Vattinni ‘a casa. Un ci diri nenti a to ma”. Ovvero, “Vattene a casa. Non dire niente a tua madre”.
Inizia da qui il racconto di Rosa Santangelo al fratello Giovanni, che contiene il resoconto della telefonata col nipote.
Rosa e Giovanni sono gli zii materni di Matteo Messina Denaro. La donna ricorda con orgoglio e ammirazione come il nipote le abbia trovato un lavoro facendo un semplice giro di telefonate.
La telefonata di Matteo Messina Denaro
“Mi arricogghiu rintra, dopo un quarto d’ ora mi sona u telefonu e mi rice accussì: ‘Domani, verso le quattru, vai nta la via IV Novembre, alla Cassa Mutua, presentati nni iddu’. L’ indomani vaju dda’, alle quattro. Truvavi: ‘Signora, venissi dumani…’. Due anni e mezzo travagghiavi alla cassa mutua a lu coso delle analisi, due anni e mezzu travagghiai. Pi iddu!”
Nell’immagine, gli ultimi identikit noti e la foto di Matteo Messina Denaro subito dopo il suo arresto.
Traduzione in italiano: “Torno a casa e dopo un quarto d’ora mi squilla il telefono. Lui (Matteo Messina Denaro, ndr) mi dice così: ‘Domani, verso le quattro, vai in via IV Novembre alla cassa mutua. Presentati da quel tizio’. L’Indomani vado lì. E trovo un tale che mi dice: ‘Signora, venga pure domani’. Ho lavorato due anni e mezzo alla cassa mutua allo sportello delle analisi! Ho lavorato due anni e mezzo! Grazie a lui!”
L’intercettazione fra zio Giovanni e zia Rosa risale al 27 novembre 2013 e riporta fatti avvenuti nel 1993, prima che il boss diventasse latitante.
I due erano stati posti sotto osservazione dalla magistratura nella speranza di captare qualche elemento utile alle indagini sul nipote.
La telefonata continua: “Iddu cumanna tutti“, dice lo zio orgoglioso. E la zia: “A un quartu d’ ura!… a un quartu d’ ura!” Cioè, “In appena un quarto d’ora!”
L’intercettazione torna d’attualità
Il verbale di questa intercettazione, che continua con altri dettagli, è stato depositato agli atti del processo di Marsala contro Matteo Messina Denaro, Francesco Guttadauro e altri.
Dopo il suo recente arresto, gli inquirenti stanno ripassando al setaccio eventi passati e vecchie frequentazioni di Messina Denaro, come il rapporto con una sua ex amante, perché ciò potrebbe aiutare a ricostruire i dettagli della sua rete di potere.