M5S, contributi da lobbisti: bufera sull'ex iena Giarrusso
Finanziamenti da lobbisti per la campagna elettorale, le cifre superano i limiti del M5S. Giarrusso si difende
Nuove tensioni all’interno del Movimento 5 Stelle per la vicenda che riguarda l’eurodeputato Dino Giarrusso, ex inviato de “Le Iene”. Al centro del caso, sollevato dalla trasmissione di RaiTre “Report”, i finanziamenti ricevuti da lobbisti durante la campagna elettorale per le Europee del 2019. La questione è stata denunciata al collegio dei probiviri del partito e ora Giarrusso rischia l’espulsione.
Al centro della vicenda tre finanziamenti ricevuti dall’ex iena per un totale di 14.700 euro. Uno, da 5 mila euro, è arrivato da Carmela Vitter, moglie di Piero Di Lorenzo, presidente della Irbm di Pomezia, la socetà di biotecnologie che sta collaborando con l’Università di Oxford allo sviluppo di un vaccino anti Covid.
Giarrusso ha ricevuto un altro contributo, da 4.800 euro, da Ezia Ferrucci, socia della Bdl lobbying srl, una società che vede fra i fondatori lo stesso Di Lorenzo e che ha tra i propri clienti colossi come il gruppo Hera e la British American Tobacco. Il terzo finanziamento, di 4.900 euro, è arrivato dalla Promedica Srl.
I tre finanziamenti superano il massimo di 3 mila euro fissato dal Movimento per i contributi elettorali. Oltre a violare uno dei principi fondante del M5S, quello che vieta ai candidati di ricevere soldi da lobbisti.
“È un vademecum interno, legato solo alle Europee, che onestamente mi era sfuggito. Ho comunque comunicato tutto, in piena trasparenza, sia al nostro comitato interno che naturalmente agli organi previsti dalla legge, e nessuno ha avuto nulla da ridire su questo”, si è difeso sui social Giarrusso.
La questione è già arrivata al tavolo del capo politico Vito Crimi e al collegio dei probiviri del partito. Ed ha suscitato numerose polemiche, anche interne.
“Nessuno nel M5S si è mai fatto finanziare personalmente da lobbisti. Se qualcuno lo facesse, verrebbe espulso immediatamente“, ha affermato l’eurodeputato Ignazio Corrao.