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Lombardia, numeri alti: due motivazioni. L'ipotesi di Locatelli

Il presidente del Consiglio superiore di sanità ha spiegato i motivi dei nuovi casi in Lombardia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Servirà più tempo per sconfiggere il coronavirus in Lombardia e i motivi sono due: a spiegarli è Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico.

“La Lombardia – ha dichiarato Locatelli al Messaggero – è la regione in cui il virus ha avuto la maggiore diffusione, ma è anche un territorio con una densità di popolazione marcatamente elevata. Un italiano su sei abita in Lombardia”.

Inoltre “tra i nuovi positivi – ha aggiunto Locatelli – molti non sono sintomatici, ma soggetti che sono risultati positivi al test sierologico e per questo sottoposti al tampone. Mettendo insieme questi elementi, si spiega il dato della Lombardia”.

La Regione tuttavia, ha spiegato il presidente del Css, ha avuto “una riduzione dei casi; è chiaro che dove c’è stata maggiore circolazione, servirà più tempo, ci auspichiamo una progressiva riduzione del numero dei casi”.

“Difficile dire” se il virus circolava già da prima del 20 febbraio, ha ammesso l’esperto: “Sicuramente almeno da gennaio, ma sono valutazioni fatte a posteriori”.

I dati dell’ultimo bollettino “vanno nella direzione auspicata: una continua flessione della curva epidemica”, ha dichiarato Locatelli. “La maggior parte delle regioni ha un numero di nuovi casi sotto a dieci, evidentemente le riaperture non hanno portato fuori controllo la diffusione della contagiosità. Questo è importante”.

Per quanto riguarda i viaggi per le vacanze, Locatelli non crede che rischieranno di far viaggiare il virus dalla Lombardia in altre Regioni: “I numeri sono bassi, in Lombardia oggi ci sono 143 nuovi casi positivi, la flessione prosegue. Lunedì la percentuale di positivi sui tamponi effettuati era del 3,9 per cento, oggi siamo al 2”.

Locatelli ha parlato, infine, anche del nuovo farmaco in grado di ridurre la mortalità: “Sono stati resi disponibili i risultati di uno studio che documentano come un tipo particolare di cortisonico, il desametasone, abbia avuto un impatto importante sulla riduzione della mortalità, del 35 per cento. Conferma che il danno polmonare è connotato da una iper infiammazione – ha detto -. Un’altra indicazione su come approcciare meglio questi pazienti, in attesa dei nuovi anticorpi monoclonali e, a inizio del prossimo anno, del vaccino”.

Coronavirus: al Sacco di Milano nuova terapia intensiva Fonte foto: Ansa
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