Lombardia torna 'arancione': messa in zona rossa per errore
La Lombardia tornerà in zona arancione domenica 24 gennaio: ecco perché la Regione lascia la zona rossa con una settimana d'anticipo
La Lombardia sarà in zona arancione a partire da domenica 24 gennaio 2021 e non dal 31 gennaio. Come spiega il Corriere della Sera, la conferma è arrivata dal report dell’Istituto superiore di Sanità (Iss), che ha rettificato quanto stabilito in precedenza, vale a dire la zona rossa per la Regione amministrata da Attilio Fontana che ha fornito nuovi dati. Di fatto, la zona rossa è scattata per un errore di comunicazione di dati da parte della Regione.
Lombardia: perché è stata messa in zona rossa anche se avrebbe dovuto essere posta in zona arancione
Gli esperti dell’Iss, a proposito del caso lombardo, hanno scritto: “In conclusione, dai dati della sorveglianza forniti dalla regione Lombardia il 20 gennaio 2021 cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla regione: pertanto una rivalutazione del monitoraggio si rende necessaria alla luce della rettifica fornita dalla regione Lombardia”.
Altrimenti detto, la Regione ha fornito nuovi dati che non erano stati comunicati in precedenza. Dati che hanno mostrato come i contagiati presenti in Lombardia nella settimana che andava dal 4 al 10 gennaio sono stati sovrastimati. A spiegare ciò che si è verificato è il ministero della Salute.
“Il 20 gennaio 2021 la Regione Lombardia ha inviato come di consueto l’aggiornamento dei suoi dati. In tale aggiornamento si constata anche una rettifica dei dati relativi alla settimana 4/10 gennaio 2021. In particolare si osserva una rettifica del numero dei casi in cui viene riportata una data inizio sintomi e tra quelli con una data di inizio sintomi quelli per cui viene data una indicazione di stato clinico, laddove assente”.
La nota del ministero prosegue: “Si nota che il numero dei casi in cui è indicata una data inizio sintomi (gli unici inizialmente considerati nel calcolo RT) è diminuito da 419.362 a 414.487″; che il numero di casi “con una data di inizio sintomi e in cui sia segnalato uno stato sintomatico di qualunque gravità o sia assente questa informazione (inclusi nel calcolo RT) è diminuito da 185.292 a 167.638”; che il numero di casi, sempre come riporta Il Corriere della Sera, con una data inizio sintomi e in cui si è dichiarato uno stato asintomatico vi sia notifica di guarigione o decesso senza indicazione di stato sintomatico precedente (esclusi dal calcolo RT) “è aumentato da 234.070 a 246.849”.
Alla luce del ‘ricalcolo’ dei dati si “riducono in modo significativo il numero di casi che hanno i criteri per essere confermati come sintomatici e pertanto inclusi nel calcolo dell’RT basato sulla data inizio sintomi calcolata al 30 dicembre”.
Lombardia in zona arancione da domenica 24 gennaio: la versione dell’Iss e quella di Fontana
Riassumendo con termini meno tecnici, se fossero stati dichiarati i dati corretti, la Regione sarebbe stata arancione già da qualche giorno. I dati ‘integrativi’ comunicati dalla Lombardia sono stati analizzati dall’Iss e validati dal Cts (Comitato tecnico scientifico).
L’Iss, sulla vicenda, ha rilasciato una nota: “L’Istituto Superiore di Sanità è un organo tecnico scientifico che lavora con i dati inviati dalle Regioni e Province autonome e ripetutamente validati dalle stesse. Questo avviene da 37 settimane regolarmente con tutte le Regioni e Province autonome”.
“La Regione Lombardia, nella settimana corrente, ha modificato i dati relativi alla settimana precedente il 22 gennaio. La modifica ha riguardato in particolare il numero di pazienti sintomatici con infezione confermata sui quali si basa il calcolo dell’Rt. Questa variazione – conclude la nota – ha comportato la modifica della stima di Rt della settimana precedente“.
Tuttavia, dopo che si è saputo dell’errore si è scatenata la bagarre politica. Attilio Fontana su Twitter ha attaccato: “La Lombardia deve essere collocata in zona arancione. Lo evidenziano i dati all’esame della Cabina di regia, ancora riunita. Abbiamo sempre fornito informazioni corrette. A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze”.
Da Roma trapela però una versione differente e viene sostenuto che siano stati i tecnici della Regione lombarda ad aver comunicato dati sbagliati.
M5s valuta azione legale contro la giunta lombarda
Dopo il pasticcio verificatosi, ci sono state reazioni molto forti nel mondo politico. “Ora paghino i danni. Se la notizia fosse confermata il Movimento Cinque Stelle valuterà se intraprendere in tal senso un’azione legale nei confronti della Giunta di centrodestra”, ha dichiarato il pentastellato Massimo De Rosa, capogruppo in Lombardia.
“La Lombardia è finita in zona rossa sulla base dei dati inviati dalla Regione alla Cabina di Regia la settimana scorsa. Numeri evidentemente sbagliati, visto che nelle ultime ore è in atto un tentativo piuttosto maldestro di rettifica. Questo significa, molto semplicemente, che la Lombardia potrebbe essere finita in zona rossa a causa di un grossolano errore dei vertici della Regione”, commenta Simona Malpezzi (Pd), sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento.
In difesa di Fontana è intervenuto Salvini: “Se 10 milioni di cittadini lombardi sono stati rinchiusi in casa per mesi in base a dati e valutazioni sbagliate del governo, saremmo di fronte a danni morali ed economici enormi, un vero e proprio sequestro di massa“. Il punto è che bisogna capire chi abbia sbagliato, se i tecnici incaricati dal governo oppure quelli della regione.
Una sola cosa pare certa: la zona rossa lombarda è stata stabilita per via di un errore. Ora si attende soltanto che l’ordinanza del ministero della Salute sia firmata da Roberto Speranza: la Lombardia si appresta a tornare in zona arancione da domenica.