Italiani morti a New York, spunta un testimone chiave: il terzo socio in affari, attesa per il suo racconto
Le autopsie e il racconto del terzo socio in affari potrebbero chiarire i punti interrogativi inerenti la morte di Luca Nogaris e Alessio Picelli
Potrebbero emergere nuovi dettagli sul caso di Luca Nogaris e Alessio Picelli, i due italiani morti a New York in circostanze ancora da chiarire. Un contributo alle indagini potrebbe darlo un terzo uomo, un socio in affari dei due rodigini che vive nella provincia di Verona.
Spunta un terzo socio in affari
Secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, il veronese si trovava a New York da un mese insieme ai due rodigini deceduti.
Com’è già noto, avevano affittato un appartamento in un seminterrato del Queen’s per valutare il progetto di ristrutturazione di una casa per conto di un possibile cliente.
Le parole del padre di Nogaris
I punti oscuri e gli interrogativi potrebbero essere chiariti dalle autopsie disposte dal medico legale newyorkese sui corpi di Luca Nogaris e Alessio Picelli.
Secondo il padre di Luca Nogaris è da escludere l’ipotesi dell’overdose: “Mio figlio non faceva uso di queste cose, potrebbero aver ingerito qualcosa che li ha avvelenati” ha dichiarato Flavio Nogaris. Sul terzo testimone, ha sottolineato che “potrà dire cos’è successo in quelle ore”.
Il punto sulle indagini
Come scrive ‘Daily News’, fonti vicine alla polizia locale hanno comunicato che accanto ai corpi dei due italiani morti a New York sarebbero stati rinvenuti strumenti per il consumo di droga.
È giallo sulla morte dei due italiani a New York
Da qui l’ipotesi della morte per overdose, attualmente al vaglio degli inquirenti, che però non convince affatto i genitori.
Luca Nogaris e Alessio Picelli, rispettivamente di 38 e 48 anni, sono stati rinvenuti senza vita all’interno di un seminterrato del Queens preso in affitto attraverso la piattaforma AirBnB.
Tra le piste principali seguite dalla polizia della città statunitense non ci sarebbe per ora l’ipotesi di morte violenta.