Il generale Vannacci risponde al gioielliere Mario Roggero dopo la condanna per l'uccisione di due rapinatori
Dopo la condanna a 17 anni di carcere, il gioielliere Mario Roggero ha invocato il generale Vannacci. Lui: "La difesa deve essere sempre legittima"
Dopo la condanna a 17 anni di carcere per l’omicidio dei rapinatori Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli (uccisi nel suo negozio nella frazione Gallo di Grinzane Cavour), il gioielliere Mario Roggero ha invocato il generale Roberto Vannacci. Perentoria la risposta dell’autore del bestseller Il mondo al contrario: “Mi fa piacere che il gioielliere si sia rivolto a me – ha dichiarato -. Segno che il mio libro ha lasciato il segno”.
- Cosa ha detto Vannacci sul caso del gioielliere
- Cosa scriveva nel suo libro a proposito di legittima difesa
- Il nuovo incarico e l'inchiesta formale avviata dall'esercito
Cosa ha detto Vannacci sul caso del gioielliere
In un’intervista a La Stampa, Vannacci ha parlato di legge e legittima difesa: “Io non mi occupo di giustizia. Non sono un uomo di legge, io faccio il soldato. Detto questo sono assolutamente empatico con il gioielliere alle prese con vicissitudini che non merita“.
“Io, attraverso le colonne della Stampa, esorto il signor Roggero a cercare tutti i metodi che la nostra democrazia ci mette a disposizione per avere giustizia. Se vorrà chiamarmi, sono pronto a parlare con lui. Cercherò di sfruttare la popolarità per qualche iniziativa che possa in qualche modo aiutare questa persona nella ricerca della giustizia”, ha spiegato il generale al quotidiano torinese.
Il generale Roberto Vannacci alla Borri Boocks di Termini, durante la presentazione della nuova edizione del libro ”Il mondo al contrario”
“Continuerò a sostenere che la difesa debba essere sempre legittima. A farmi ascoltare su questo tema – ha infine aggiunto -. Io sarò sempre schierato, mai a favore rispetto ai delinquenti e a chi non rispetta la legge. Le persone oneste devono essere tutelate“.
Cosa scriveva nel suo libro a proposito di legittima difesa
Come ricordato da La Stampa, nel suo bestseller Vannacci scriveva: “La proporzionalità della difesa dev’essere commisurata alla minaccia percepita dall’aggredito e non al valore dell’oggetto che poteva essere ingiustamente sottratto”.
Tra chi delinque e chi si difende, il generale non ha dubbi: “Se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce, ammazzandolo, perché dovrei rischiare di essere condannato per eccesso colposo di legittima difesa visto che il povero malcapitato tentava solo di rubarmi l’orologio da polso?”
E ancora, sempre nel libro: “Sono molto limitate le integrazioni legislative del 2006 e del 2019 che avrebbero dovuto rafforzare il costrutto legislativo a favore dell’aggredito e, troppo spesso, vittime di criminali continuano a soccombere nei tribunali in sede penale e, qualora assolti, sono sovente condannati a risarcire grotteschi danni quale esito del processo civile”.
Contro “i bacchettoni del giustificazionismo“, rilanciava: “Tramite mirati provvedimenti legislativi, si tratta di mettere in condizione la magistratura di giudicare l’aggredito secondo un costrutto che lo difenda proprio in quanto vittima e persona che è stata messa in soggezione e, sempre, in pericolo dagli aggressori”.
Il nuovo incarico e l’inchiesta formale avviata dall’esercito
Lo scorso lunedì 4 dicembre, Roberto Vannacci si è recato a Roma per assumere il nuovo incarico, quello di capo di stato maggiore delle forze operative terrestri.
Vannacci si è presentato a Palazzo Esercito per iniziare il periodo di affiancamento prima di assumere l’incarico. Lì gli è stato notificato l’avvio dell’inchiesta formale nei suoi confronti, intrapresa dall’Esercito in seguito alla pubblicazione del suo libro Il mondo al contrario.
Il procedimento è partito con la nomina dell’ufficiale inquirente della commissione appositamente costituita, per valutare eventuali profili di irregolarità legati al volume pubblicato.
La commissione dovrà valutare se Vannacci ha commesso infrazioni alle regole. Ad esempio, le controverse opinioni contenute nel libro, espresse da un ufficiale in servizio, potrebbero generare identificazione con l’istituzione che rappresenta, venendo meno così al principio di terzietà.
Sulla base del rapporto finale redatto dalla commissione potrebbero essere adottati provvedimenti disciplinari nei confronti di Vannacci, nel caso emergessero comportamenti non rispettosi delle regole.