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Green pass anche dopo le riaperture: l'avvertimento di Locatelli

Franco Locatelli, coordinatore del Cts, ha parlato di green pass, obbligo vaccinale, riaperture e terza dose del vaccino anti Covid

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Franco Locatelli, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, ha fatto il punto della situazione sull’emergenza Covid in Italia nel corso di un’intervista concessa a ‘Il Messaggero’. A proposito delle riaperture, Locatelli ha spiegato: “Sicuramente dobbiamo vaccinare il più possibile. Se si raggiungerà l’obiettivo del 90% di popolazione immunizzata, potremo pensare a riaprire tutto, a eliminare le limitazioni”.

Poi ha aggiunto: “Non penso che si possa pensare a percentuali regionali. Ritengo che si debba riaprire tutto solo se il 90% della popolazione immunizzata è su base nazionale”.

Green pass: l’indicazione di Locatelli

Lo stesso Locatelli ha poi così risposto all’ipotesi di rinunciare al green pass con più persone vaccinate, come sta facendo la Danimarca: “Su questo sarei molto più cauto. So che c’è chi ritiene che il green pass sia solo uno modo per incentivare la vaccinazione, ma io sono convinto che sia anche un importante strumento di salute pubblica. Vero, non garantisce al 100% di non essere infettati, ma ho pochi dubbi che riduca drasticamente il rischio. Io sono per una applicazione ancora più estesa del green pass, all’amministrazione pubblica ma anche alle forze dell’ordine”.

Obbligo vaccinale: il parere di Locatelli

Sull’obbligo vaccinale, il coordinatore del Cts ha precisato: “L’articolo 32 della Costituzione ribadisce che la salute è un bene dell’individuo ma è anche un bene pubblico, della collettività. Io credo che l’obbligatorietà sia una opzione razionale, da considerare per ridurre la circolazione virale. Non può essere però una indicazione del Cts, è una scelta che appartiene alla politica”.

Terza dose vaccino Covid: cosa ha detto Locatelli

Infine, sulla terza dose del vaccino anti Covid, Locatelli ha detto: “Il decadimento della copertura protettiva l’abbiamo soprattutto in termini di titolo di anticorpi e magari c’è un abbassamento, ma neanche così clamoroso, di efficacia contro l’infezione. Contro lo sviluppo di malattia grave al momento non c’è alcun declino. Detto questo, è vero che c’è una riflessione conclusa, con parere favorevole anche del Cts, per la somministrazione di una dose addizionale ai soggetti che abbiamo forme di immunodepressione. Si è avviata anche una riflessione per ultra 80enni nelle Rsa o per soggetti come operatori sanitari che hanno determinati ruoli a contatto con i malati. Non è per nulla scontato, però, che la terza dose sarà necessaria per tutta la popolazione. Va anche detto che se dovesse servire, l’Italia ha dosi sufficienti per i prossimi 2 anni per tutti i cittadini”.

Proprio a proposito della terza dose, in un’altra intervista al ‘Corriere della Sera’ lo stesso Locatelli ha detto: “Si partirà molto presto con i pazienti immunodepressi. È in fase avanzata la discussione per offrire una terza dose agli over 80, ai ricoverati nelle residenze sanitarie assistite, le Rsa, al personale sanitario. Sarà una terza dose del vaccino, al momento, preparata come le prime dosi. Ci si orienterà sui composti basati sulla tecnologia dell’Rna messaggero (Pfizer-BioNTech e Moderna)”.

Obbligo green pass, nuovo decreto: cosa cambia per tamponi e sanzioni Fonte foto: ANSA
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