Evita l’ergastolo l’assassino di Giulia Rigon: 21 anni di carcere per Henrique Cappellari, uccise la fidanzata
Concesse le attenuanti generiche a Henrique Cappellari, che salta l’ergastolo per l’omicidio della fidanzata Giulia Rigon
Uccise la fidanzata Giulia Rigon, 31 anni, a calci e pugni, ma Henrique Cappellari evita l’ergastolo. La sua condanna, concesse le attenuanti generali, è di 21 anni di carcere e 3 di libertà vigilata. Si attendono le motivazioni della decisione della Corte di Assise di Vicenza.
- Niente ergastolo per Henrique Cappellari
- Il femminicidio di Giulia Rigon
- Il commento della famiglia di Giulia Rigon
Niente ergastolo per Henrique Cappellari
Stupisce la sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Vicenza l’8 marzo 2024 (proprio la giornata internazionale della donna) nei confronti di Henrique Cappellari.
Il 30enne è accusato di aver ucciso la fidanzata Giulia Rigon, commessa 31enne di Asiago, nel dicembre 2021.
Il processo nel tribunale di Vicenza
Le pm Serena Chimichi e Alessia Grenna avevano chiesto l’ergastolo per l’imputato, evitato grazie alle attenuanti generiche concesse dai giudici.
Cappellari è stato condannato a 21 anni di carcere e 3 anni di libertà vigilata, nonostante la tesi dei pm, secondo cui “ha massacrato Giulia di botte” fino a farle perdere la vita, abbia retto alla prova dell’aula.
Si attende il deposito delle motivazioni della scelta effettuata dai giudici, che la corte consegnerà entro 90 giorni.
Il femminicidio di Giulia Rigon
Giulia Rigon, 31 anni, è stata trovata morta nel camper nel quale viveva con il fidanzato in via Capitelvecchio a Bassano, il 19 dicembre 2021.
A dare l’allarme con una chiamata ai vigili del fuoco era stato lo stesso Cappellari, che aveva inizialmente attribuito le cause del decesso a una brutta caduta della compagna.
In seguito, l’imputato aveva parlato di presunte “brutte frequentazioni” di Giulia Rigon, considerandole responsabili dell’omicidio.
Il cambio di versione è stato imputato dalla difesa alle modalità irregolari dell’interrogatorio, che avrebbero poi portato alla confessione dell’omicidio.
A sostenere la tesi dell’accusa, che vede Cappellari come killer di Rigoni, le tracce rinvenute del camper, appartenenti alla vittima e all’imputato e nessun altro.
E la forma dell’anello che Cappellari portava all’indice della mano sinistra, compatibile con alcune lesioni sul corpo della vittima.
Secondo le perizie, Giulia Rigon è morta dopo essere stata colpita con calci, pugni e ginocchiate, a causa dello sfondamento del torace, con conseguente insufficienza respiratoria e arresto cardiocircolatorio.
Il commento della famiglia di Giulia Rigon
Il padre e la sorella di Giulia Rigon, in aula al momento della lettura della sentenza, non hanno voluto commentare.
Per loro si è espresso il legale Antonio Marchesini: “Ci aspettavamo questa sentenza. La famiglia voleva solo che fosse fatta chiarezza su quanto accaduto ma da parte dell’imputato non c’è stata collaborazione”.
Henrique Cappellari, in cella da due anni con l’accusa di omicidio aggravato, tramite l’avvocato Dario Lunardin si è sempre dichiarato innocente.