Omicidio Sharon Verzeni, Moussa Sangare fermò un 15enne e gli chiese se la maglia del Psg fosse autentica
Emergono nuovi dettagli sull'omicidio di Sharon Verzeni: individuato un quindicenne fermato da Moussa Sangare poco prima del delitto. La ricostruzione dell'incontro
Nuovi elementi emergono nel complesso caso dell’omicidio di Sharon Verzeni. L’analisi delle telecamere di sorveglianza della zona ha consentito di identificare due ragazzini, entrambi minorenni, che Moussa Sangare avrebbe avvicinato poco prima di togliere la vita alla 31enne. Terrorizzati dalle minacce, i giovani avevano inizialmente deciso di non segnalare l’incontro alle autorità.
- Moussa Sangare fermò un 15enne prima del delitto
- Omicidio Sharon Verzeni: il dettaglio del coltello
- Un delitto premeditato
Moussa Sangare fermò un 15enne prima del delitto
Stando a quanto riportato da Il Corriere, un quindicenne, in particolare, ha avuto a che fare con Moussa Sangare circa mezz’ora prima dell’omicidio di Sharon Verzeni.
Il ragazzino si trovava in compagnia di un amico coetaneo a Chignolo d’Isola, un paese a pochissima distanza da Terno d’Isola. Durante l’incontro con Sangare, il giovane indossava una maglia del Paris Saint-Germain.
Mentre emergono nuovi dettagli sul caso, i Ris procedono con le rilevazioni nell’abitazione di Sangare
Stando al racconto del giovane, Sangare avrebbe fermato i due minorenni, chiedendo loro se la maglia del Psg era autentica.
Nonostante l’autenticità del capo indossato, il ragazzino ha mentito, affermando che si trattava di una maglia falsa. Per timore di una tentata rapina, infatti, il 15enne ha deciso di non dire la verità.
Omicidio Sharon Verzeni: il dettaglio del coltello
Ma il racconto del quindicenne individuato grazie all’analisi delle telecamere di videosorveglianza prosegue. E aggiunge un nuovo, fondamentale elemento all’omicidio di Sharon Verzeni, che è avvenuto circa mezz’ora più tardi.
Dopo aver chiesto al quindicenne se la sua maglia del Psg fosse originale, Moussa Sangare avrebbe mostrato ai due minorenni un enorme coltello.
Si tratta, molto probabilmente, dell’arma con cui Sangare ha commesso il delitto. Secondo quanto riportato dal minorenne ai Carabinieri, mentre si spostava in bici il killer nascondeva il coltello dietro la schiena, ben celato all’altezza della cintura.
Una volta mostrato il coltello ai ragazzi, senza dire una parola Sangare si sarebbe poi allontanato a bordo della bicicletta.
Un delitto premeditato
La testimonianza dei due minorenni è fondamentale: rafforza la tesi secondo la quale l’omicidio di Sharon Verzeni sia stato premeditato.
Nel frattempo, mentre i Ris sono alla ricerca di nuovi dettagli rilevanti all’interno dell’abitazione di Moussa Sangare, l’assassino è stato trasferito dal carcere di Bergamo.
Molti dei detenuti hanno reagito con violenza alla presenza del killer, lanciandogli contro dei fornelletti a gas che si trovavano all’interno delle celle. Per ragioni di sicurezza, dunque, si è deciso di trasferire Sangare altrove.