Delitto Olgiata, Winston torna libero. L'ira del figlio della contessa

Il delitto dell’Olgiata, uno degli episodi di cronaca nera che hanno tenuto gli italiani col fiato sospeso per anni, fu commesso nel luglio 1991 da Manuel Winston Reyes, che uccise la contessa Alberica Filo Della Torre nella sua villa. A trent’anni dall’omicidio, l’ex maggiordomo uscirà l’11 ottobre dal carcere dopo aver scontato una pena di 10 anni.

Delitto dell’Olgiata, la rabbia del figlio della contessa Alberica Filo Della Torre

Sulla scarcerazione è intervenuto il figlio della contessa, Manfredi Mattei Filo Della Torre, che come riporta l’Ansa ha dichiarato: “Roma è una città grande ma può essere anche molto piccola. Se mi dovesse capitare di incontrare Manuel Winston Reyes, l’assassino di mia madre, gli farei i complimenti per avere preso per i fondelli tutti”.

“Per essere riuscito a vivere da uomo libero per oltre 20 anni – ha chiosato Mattei – per essersi fatto una famiglia e avere dato il nome di mia madre a sua figlia”.

Per il figlio della contessa, “la scarcerazione è una cosa indegna. È assurdo che una persona che si è macchiata di un reato così grave possa tornare libero dopo soli 10 anni e poi ci sono persone che per fattispecie meno drammatiche restano dietro le sbarre per molto più tempo”.

All’epoca dei fatti, Manfredi Mattei aveva solo 9 anni, dunque la sua vita è stata totalmente condizionata dalla tragica morte della madre.

Al Messaggero, l’uomo ha confidato in un’intervista: “Questa storia ha distrutto più vite assieme. E aggiungo che se non ci fosse stato mio padre a combattere con tenacia, l’omicida sarebbe ancora in giro. Una famiglia normale non so come avrebbe potuto affrontare una situazione del genere. Questa lotta di giustizia portata avanti da mio padre è stata oltraggiata in questo modo indegno”.

Le parole del legale della famiglia Mattei

L’avvocato della famiglia Mattei ha comunicato all’Adnkronos la sua visione sulla vicenda giudiziaria che ha coinvolto Manuel Winston Reyes: “Se quest’uomo non fosse stato condannato 20 anni dopo i fatti, da un lato non si sarebbe prescritto uno dei reati, la rapina aggravata ragione dell’omicidio, dall’altro certamente la pena sarebbe stata più severa. Perché si giudicava una persona che aveva appena commesso un omicidio, non una persona che lo aveva commesso in gioventù e nel frattempo aveva avuto un percorso di vita diverso”.

Fonte foto: ANSA