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Strage di Altavilla Milicia, Sabrina Fina e Massimo Carandente sono "addolorati per le vittime"

I coniugi Sabrina Fina e Massimo Carandente si dicono estranei alla strage di Altavilla Milicia: l'avvocato chiederà un sopralluogo nella villa

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Dalle rispettive carceri Sabrina FinaMassimo Carandente si dichiarano innocenti su quanto avvenuto nel corso della strage di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo. Tra le mura della villetta di Giovanni Barreca, anch’egli in carcere, hanno perso la vita sua moglie Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emmanuel, rispettivamente di 15 e 6 anni. Oltre ai coniugi di Palermo e l’imbianchino di 54 anni, che spontaneamente si è consegnato alle autorità, dietro le sbarre ci è finita anche sua figlia 17enne. Le due parti – i coniugi e i Barreca superstiti – si rimbalzano le responsabilità.

Le nuove dichiarazioni di Sabrina Fina e Massimo Carandente

Venerdì 10 maggio, presso il carcere Pagliarelli di Palermo, l’avvocato Janfer Franco Critelli ha avuto un colloquio con Sabrina Fina e Massimo Carandente, in due sedi e momenti diversi. L’incontro si è protratto per 10 ore alla presenza del criminologo Gianni Spoletti nel ruolo di consulente della difesa.

Critelli ha riferito a ‘Fanpage’ che i coniugi palermitani “in modo separato, poiché non si vedono e non si sentono dal giorno dell’arresto, i due hanno fornito una ricostruzione convergente e hanno ribadito la loro innocenza“.

strage altavilla milicia fina carandenteFonte foto: IPA
Gli inquirenti nella villa degli orrori in cui si è consumata la strage di Altavilla Milicia. Sabrina Fina e Massimo Carandente continuano ad urlare la loro innocenza

Oltre a ribadire la loro innocenza, spiega Critelli, i suoi assistiti si dicono “addolorati per le vittime” e si sentono “condannati senza aver celebrato ancora un equo e vero processo”, che invece chiedono a gran voce.

Ricordiamo, a tal proposito, che la coppia ha anche riferito di non essere stata presente nel momento in cui si poneva in atto la mattanza, e di aver addirittura tentato di chiamare i soccorsi e per questo motivo di aver incontrato delle pesanti resistenze da parte di Giovanni Barreca. Lo ha riferito Massimo Carandente, secondo il quale Barreca “aveva i demoni”.

L’avvocato: “Andremo sulla scena del crimine”

L’avvocato Critelli e il criminologo Gianni Spoletti vorrebbero visitare la scena del crimine. Lo riferisce lo stesso difensore della coppia palermitana, che intende “approfondire delle situazioni” e per questo intende “chiedere l’autorizzazione” per un sopralluogo nella villetta di Giovanni Barreca “con tutte le cautele del caso” per “poter fare accertamenti irripetibili nel rispetto delle leggi vigenti”.

Il ruolo dei coniugi nella strage di Altavilla Milicia, secondo le versioni

Il principale accusatore dei coniugi Fina-Carandente è Giovanni Barreca, che sostiene di aver assistito alle violenze perpetrate nei confronti dei suoi congiunti in uno stato di derealizzazione. L’imbianchino è tuttora convinto che il diavolo – il vero motivo, secondo la sua versione, che ha portato alla strage – sia intorno a lui, anche nel carcere.

Dello stesso avviso la figlia 17enne, detenuta in un altro carcere dello Stivale, che ha ammesso di essere stata parte attiva nella vicenda e di aver seguito i coniugi palermitani, architetti del sacrificio costato la vita alle tre vittime.

Come già detto, i coniugi del quartiere palermitano Sferracavallo respingono le accuse. All’avvocato Critelli smentiscono di essersi presentati come “fratelli di Dio” e il motivo economico della loro visita. Piuttosto, si definiscono “predicatori di pace e preghiera” e si dicono addolorati per l’etichetta di “mostri“.

Giovanni Barreca minacciato in carcere

Come riporta ‘Giornale di Sicilia’, Giovanni Barreca avrebbe riferito all’avvocato Giancarlo Barracato di aver ricevuto minacce da parte degli altri detenuti del carcere di Enna.

Assassino, vattene”, queste le parole più ricorrenti che gli altri detenuti gli rivolgerebbero, con episodi di lanci di oggetti dalle altre celle. Per lo stesso motivo Barreca era stato trasferito di carcere, specialmente dopo aver sostenuto che un vicino di cella fosse tormentato dal diavolo e per essersi offerto per liberarlo.

Un’ossessione, quella di Barreca per religione e misticismo, che non accenna a placarsi.

strage-altavilla-milicia Fonte foto: IPA
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