Covid, spuntano le "varianti benigne": cosa sono e come agiscono
Il direttore dello Spallazani, Francesco Vaia, ha spiegato perché le mutazioni non devono spaventare e ha descritto le varianti benigne: cosa sono
Il direttore sanitario dell’istituto Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, si è espresso sul tema delle mutazioni del coronavirus e sulle ipotesi di rischio, spiegando che ci sono alcune “varianti benigne“. Cosa sono e come agiscono? Lo ha detto lo stesso Vaia in un’intervista al Messaggero.
Covid, spuntano le “varianti benigne”: cosa sono e come agiscono
In Italia, oltre alla variante inglese decisamente dominante, sono presenti quella sudafricana e quella indiana.
Secondo Vaia, però, “il nemico è il virus, non le varianti“. Il direttore sanitario dello Spallanzani ha sottolineato che “le mutazioni ci aiutano a capire come avere strumenti sempre adatti a fronteggiare la pandemia, ma non ci devono spaventare“.
Per esempio, la ragazza di Roma positiva alla sudafricana “è in via di guarigione, la situazione è sotto controllo”. E, ancora, “tra gli indiani abbiamo scoperto, col nostro sequenzimetro, alcune mutazioni ‘benigne‘”.
Cosa significa? Che sono “meno gravi dal punto di vista della contagiosità e della patogenicità”. Si tratta di un elemento decisamente confortante perché significa – secondo Vaia – che “il virus può mutare in forme meno invalidanti“.
Vaccino, “stop alle fasce d’età”: la proposta di Vaia
Se il nemico è il virus, l’arma per sconfiggerlo è solamente il vaccino. Secondo Vaia, a questo punto della campagna vaccinale, non è più opportuno ragionare seguendo le fasce di età.
“Con gli anziani vaccinati – ha premesso – è ridicolo fare distinzioni tra un 50enne e un 40enne. Negli open day bisogna dare le dosi a tutti, senza più fasce di età”.
La proposta di Vaia, quindi consiste negli open day: “Il progetto è allo studio, si devono evitare gli assembramenti attivando un sistema di prenotazione e coinvolgendo i medici di base“.
Magari usando le fiale di AstraZeneca rifiutate da migliaia di cittadini, visto che “tutti i vaccini approvati sono efficaci” e “tutti i farmaci hanno effetti collaterali, ma i benefici superano infinitamente i rischi, molto ridotti”.
Dal punto di vista della cura della malattia, invece, “c’è già un progetto per gli anticorpi a domicilio. I monoclonali, se la cura inizia subito, salvano vite”.