Covid, efficacia test salivari e tamponi rapidi: cosa sappiamo
Coronavirus, uno studio boccia l'affidabilità dei test salivari e dei tampini rapidi. Una recente scoperta, però, potrebbe segnare una svolta
I test salivari molecolari e quelli antigenici rapidi sono attendibili come il tampone? Gli ultimi studi fanno emergere che non c’è unanimità sulla questione. Infatti secondo la ricerca della Task force coronavirus attiva presso il centro di biotecnologie avanzate Ceinge di Napoli, finanziata dalla Regione Campania, i tamponi rapidi basati sul test antigenico mostrano una sensibilità del 50%, ossia riescono a identificare un caso positivo su due, e i test salivari, sia quello molecolare classico sia quello antigenico rapido, mostrano una sensibilità compresa fra il 20% e il 30%. Una nuova scoperta, coordinata da Gianvincenzo Zuccotti dell’Università Statale di Milano, invece, dice il contrario.
Test salivari molecolari e test antigenici rapidi non affidabili: lo studio della Task force coronavirus
La Task force coronavirus del Ceinge, circa la validità o meno dei test, ha prodotto una relazione, come riferisce l’Ansa, che ha visionato il documento. “Si ritiene che i test rapidi basati sulla ricerca antigenica di Covid per ora non offrano sufficienti garanzie in termini di percentuale di casi positivi identificati“, si legge nella ricerca, firmata dai responsabili del laboratorio della Task force coronavirus, Ettore Capoluongo, Giuseppe Castaldo e Massimo Zollo.
“E’ verosimile – si legge ancora – che, se il test antigenico o il prelievo salivare venissero applicati a soggetti asintomatici o con sintomi meno severi rispetto a quelli ricoverati (presumibilmente con carica virale più bassa), la sensibilità diagnostica potrebbe essere ancora più bassa”.
Di conseguenza, si osserva nella relazione, “il loro impiego clinico, pertanto, sarebbe assolutamente da evitare, soprattutto se il prelievo oro-naso-faringeo venisse effettuato da personale medico non adeguatamente addestrato, se i test venissero eseguiti al di fuori del contesto di un laboratorio, da parte di professionalità non esperte nella interpretazione del dato e dei possibili errori metodologici, e senza un adeguato programma di controllo di qualità che il laboratorio comunemente esegue”.
Lo studio è stato stilato dopo aver avuto campioni relativi a pazienti con Covid in diverse fasi della malattia, positivi al tampone molecolare naso-oro-faringeo e ricoverati presso i reparti dedicati dell’Aou Federico II.
Test salivare molecolare: lo studio coordinato da Gianvincenzo Zuccotti potrebbe segnare una svolta
In queste ore, però, un lavoro coordinato da Gianvincenzo Zuccotti dell’Università Statale di Milano potrebbe segnare una svolta. Si tratta di un test salivare molecolare per Covid-19 elaborato per cercare di risolvere il problema della diagnosi del virus nei bambini, evitandogli il fastidio di ripetuti tamponi nel naso.
Chi ha lavorato al progetto assicura che è affidabile come il tampone nasofaringeo molecolare ma è molto meno invasivo, essendo pensato per i bambini (ma funzionerebbe bene anche negli adulti). Inoltre permetterebbe di rilevare anche i soggetti asintomatici o pre-sintomatici.
Il test è stato ottimizzato sulla base di un protocollo dell’Università di Yale, e poi modificato dalle ricercatrici delle Statale, Elisa Borghi, Daniela Carmagnola, Claudia Dellavia e Valentina Massa.
“Tra noi 4 abbiamo 11 figli dai 3 ai 21, anni e nei mesi scorsi ci siamo chieste come avremmo passato l’inverno, con i bambini obbligati al tampone ogni volta che si prendevano un raffreddore, frequenti nei mesi freddi”, spiega all’Ansa Borghi. Su Twitter hanno letto del test di Yale (liberamente accessibile a tutti), che aveva già ricevuto l’approvazione di emergenza dalla Food and drug administration (Fda), l’agenzia Usa che regola i farmaci.
“Li abbiamo contattati, e abbiamo messo a punto il nostro test a settembre, che poi abbiamo sperimentato su un gruppo di 100 persone, dagli zero agli 80 anni, con ottimi risultati”, continua. La raccolta del campione di saliva (e non sputo, che può contenere anche muco e particelle infiammatorie) avviene con un piccolo rullo di cotone sotto la lingua (simile a quello usato dai dentisti) e il risultato arriva in 24 ore.
Il test è sensibile come il tampone naso-faringeo (entrambi rilevano i geni del virus), e affidabile al 94%, contro l’80% dei test salivari rapidi, che rilevano gli antigeni e danno il risultato in 15 minuti.
“Il nostro test identifica i soggetti con alta carica virale nella saliva anche quando sono pre-sintomatici e asintomatici, permettendo così di isolare i superdiffusori – prosegue Borghi – L’esame è eseguibile da chiunque anche a casa, anche se la sua elaborazione deve essere fatta in un laboratorio”. Ora il test salivare verrà sperimentato su vari gruppi di bambini di Milano per rilevare i casi sintomatici e asintomatici.