Covid, Crisanti e l'avvertimento in caso di una nuova variante
Il microbiologo dell'Università di Padova denuncia la mancanza di una sorveglianza sulle nuove mutazioni del coronavirus
Su questo tasto il virologo Andrea Crisanti batte già da tempo: nella sorveglianza della circolazione di varianti del coronavirus l’Italia è in ritardo, come dimostrato dalla diffusione del ceppo inglese, in prevalenza su tutto il territorio nazionale. “Siamo indietro di tanto. Se arrivasse e cominciasse a circolare una nuova variante pericolosa non ce ne accorgeremmo, non la vedremmo” dice ad Adnkronos Salute il professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova.
“Sicuramente – spiega Crisanti – ci sono situazioni più o meno allineate e sicuramente noi siamo tra i peggiori. Non mi sembra si sappia ancora nulla” della rete nazionale annunciata proprio per la sorveglianza delle varianti, “ma poi – aggiunge – le pare normale che un Paese che ha perso miliardi di euro per questa pandemia, i cui abitanti hanno visto drammaticamente ridotta la qualità di vita, non abbia uno straccio di programma di ricerca sulla malattia?”.
Il virologo non è il solo a sostenere la mancanza di una sorveglianza adeguata sulla comparsa di nuove varianti del Sars-CoV-2, che potrebbero mettere nuovamente in difficoltà le azioni di contrasto alla pandemia, nel mondo come in Italia.
Anche secondo gli esperti dell’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, il livello di circolazione in Europa delle tre varianti che più preoccupano in questo momento, cioè l’inglese, la sudafricana e la brasiliana, potrebbe essere sottostimato a causa della limitata attività di sequenziamento genomico nell’Ue.
Crisanti, infatti, riconduce il problema anche a livello europeo: “A volte mi convinco che hanno fatto bene in Gb a votare sì alla Brexit. Ero nel Regno Unito ai tempi del referendum e se avessi potuto esprimere la mia preferenza avrei sicuramente votato contro l’uscita dall’Ue. Ma a volte la situazione è talmente disperante, sembra di parlare al vento“.
Il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova aveva già sollevato la questione delle carenze sul sequenziamento, annunciando non molto tempo fa il pericolo dell’invisibilità delle mutazioni ai test antigenici e della pubblicazione in arrivo di uno studio in merito da parte del suo Ateneo.
“Abbiamo un sistema artigianale messo in piedi dall’Iss, di fretta e furia e a costo zero. Acqua fresca. Sequenziare significa avere uomini, competenze di alto profilo, strutture adeguate. Significa fare investimenti importanti e far lavorare chi offre le prestazioni migliori” è l’allarme lanciato da Crisanti.