Cosenza, si dimette l'unico ginecologo non obiettore: abortire è impossibile in città
A Cosenza è diventato impossibile abortire dopo che Francesco Carioti, l'unico ginecologo non obiettore, ha deciso di rassegnare le sue dimissioni
Francesco Carioti, unico ginecologo non obiettore di Cosenza, in servizio all”Annunziata’ si è dimesso. In seguito a questa decisione, le donne di Cosenza che decideranno di interrompere la gravidanza saranno costrette al ricovero all’ospedale di Castrovillari, distante circa 50 chilometri.
Le parole di Francesco Carioti
Il motivo delle dimissioni di Francesco Carioti non è noto. In un’intervista rilasciata qualche anno fa a ‘I Calabresi’, il medico diceva: “Mi sento molto solo in questa mia scelta, anche perché è complicato garantire ogni settimana questo servizio. I ginecologi obiettori sono animali in via d’estinzione”.
Il ginecologo aveva aggiunto: “Lavoriamo sul filo dei giorni, il tempo è prezioso. Ho necessità di anestesisti, ostetriche, infermieri, ovviamente anche loro obiettori e sono pochissimi. Bisogna organizzare e incastrare i turni di lavoro. Al di là delle ferie, programmate sempre tenendo conto delle urgenze delle pazienti, non possiamo permetterci di assentarci, altrimenti il servizio si interrompe”.
La situazione degli aborti a Cosenza
Jessica Cosenza, del collettivo femminile che da anni si batte affinché l”Annunziata’ possa ottenere un numero maggiore di medici non obiettori, disposti a praticare l’interruzione della gravidanza, ha spiegato in alcune dichiarazioni riportate dal ‘Corriere della Sera’: “Un tempo gli aborti chirurgici si facevano all’ospedale di Rogliano, poi nel 2019 per necessità, e per questioni logistiche, sono stati spostati a Cosenza”.
All’ospedale di Cosenza, fino a qualche settimana fa, era possibile praticare l’aborto farmacologico. Jessica Cosenza ha precisato: “Oggi, dopo le dimissioni del dottor Cariati neanche questo è più possibile. Bisogna andare o a Lamezia Terme, oppure fuori regione”.
Ancora Jessica Cosenza: “C’è un problema sanitario molto serio. Il ministero della Salute, da 2 anni, ha introdotto la possibilità di procedere all’interruzione della gravidanza con il metodo farmacologico direttamente nei consultori, evitando l’ospedalizzazione e agevolando le donne in termini logistici ed economici. I nostri consultori non hanno le attrezzature necessarie, né il personale per affrontare queste esigenze. La Regione sembra non sentirci”.
Il collettivo femminile di Cosenza chiede l’introduzione della pillola RU486 nei consultori e nei presidi ospedalieri dell’Azienda sanitaria di Cosenza.
Le richieste del collettivo femminile di Cosenza
Il collettivo femminile di Cosenza si sta preparando alla mobilitazione nell’ipotesi in cui i vertici dell’azienda ospedaliera non procedano all’assunzione immediata di almeno 2 ginecologhe o ginecologi non obiettori di coscienza.
Il collettivo richiede, inoltre, l’applicazione da parte della Regione delle linee guida per aborto con metodo farmacologico, l’introduzione della pillola abortiva RU486 nei consultori e nei presidi ospedalieri dell’Azienda sanitaria di Cosenza, con l’istituzione della voce di spesa nel bilancio della Regione.