Coronavirus già noto da novembre? Parla l'astronauta Parmitano
Una frase pronunciata dall'astronauta Luca Parmitano in televisione aveva scatenato alcune discussioni
L’astronauta Luca Parmitano, dell’Agenzia Spaziale Europea, ha chiarito con un tweet diffuso dall’Esa che è stato un “lapsus” aver detto in una trasmissione tv di essere al corrente del nuovo coronavirus da novembre. AstroLuca ha spiegato: “Errare è umano e mi spiace molto vedere che in questo caso il mio lapsus sia stato strumentalizzato”,
Ancora Parmitano: “Parlando delle precauzioni prese durante il rientro dalla Stazione Spaziale Internazionale, ho erroneamente affermato che, come equipaggio, fossimo al corrente dell’inizio del contagio pandemico già a novembre”.
Secondo l’astronauta, l’errore è stato dovuto a vari fattori. Il primo consiste nel fatto che “a bordo della Iss non utilizziamo il calendario, ma il Coordinated Universal Time (Utc). L’anno inizia con il giorno 1 e finisce con il giorno 365 e gli eventi vengono eseguiti in base a questa pianificazione. Di conseguenza è possibile confondere un mese con un altro poiché non vi facciamo mai riferimento, ma utilizziamo il giorno Utc”.
In secondo luogo, Parmitano ha detto di ricordare che “intorno alla fine della missione, parlavamo con l’equipaggio di varie crisi in corso sulla Terra. Nel ripensare agli eventi intorno a quel periodo, ho fatto confusione tra le diverse conversazioni e nel ricordare gli eventi ho collegato le prime notizie di contagio a un contesto temporale precedente. A bordo, abbiamo appreso del contagio insieme al resto del mondo, quando le agenzie giornalistiche e le grandi testate televisive hanno iniziato a parlarne”.
Per l’astronauta “tutto questo è facilmente verificabile” perché “le comunicazioni Terra-bordo-Terra sono soggette al Freedom Of Information Act, una legge che impone totale trasparenza e che tutte le comunicazioni siano registrate. Non è possibile ricevere informazioni riservate”.
Parmitano ha aggiunto infine che “l’idea che fossimo già al corrente di un contagio pandemico è smentita dai fatti: le operazioni di rientro della Spedizione 61 sono state svolte normalmente, senza alcuna ulteriore precauzione. Al contrario, quando la situazione pandemica si è rivelata in tutta la sua gravità, l’equipaggio rientrato dalla Spedizione 62 è stato isolato in quarantena per evitare possibili contagi”.
La chiosa finale: “Mi scuso, con umiltà, per l’errore e per le conseguenze (del tutto inaspettate): me ne assumo ogni responsabilità“.