Azzolina: gaffe virale "imbuti da riempire" ma la ministra spiega
Le parole del ministro fanno scattare gli sfottò in rete ma poi è lei stessa a spiegare il suo paragone. Social spiazzati
Bufera social sul ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Che si è resa protagonista di una nuova gaffe. Stavolta puramente semantica. Che però non gli ha risparmiato critiche, ironia e tanti meme divertenti sui social. La sua frase “Gli studenti non sono imbuti da riempire” è diventata in poche ore virale sul web. La stessa ministra si è però affrettata a spiegare la sua frase, voluta e non un errore.
La gaffe studenti-imbuti. Lucia Azzolina in uno dei suoi tanti interventi sulle criticità della scuola, ancor di più in questo periodo di lockdown e di didattica a distanza, ha richiamato gli insegnati ad avere più cura delle didattiche utilizzate e per rafforzare il suo discorso ha detto la frase incriminata: “lo studente non è un imbuto da riempire di conoscenze, è ben altro”.
Gaffe Azzolina, social scatenati. L’intento, appunto, era quello di invitare i docenti a usare metodi di insegnamento più attenti ai bisogni dei ragazzi, ma visto che un imbuto più che un contenitore da riempire è uno strumento per svuotare, sui social si sono scatenate le ironie di ogni tipo.
“Fatti non foste per viver come imbuti” twitta Le frasi di Osho; la mente di molti è subito andata alla mitica Vulvia, famosissimo personaggio di Corrado Guzzanti nella trasmissione satirica L’Ottavo Nano in cui la presentatrice di un canale tv educativo aveva la fissa per gli imbuti che lei pronunciava ‘mbuti!’.
Azzolina spiega la sua frase: “Nessuna gaffe, è l’imbuto di Norimberga“.
Il ministro si è fatto sentire quest’oggi e proprio dai suoi account ufficiali ha spiegato la sua frase rifuggendo le accuse di gaffe, anzi, rilanciando e spiegando il concetto espresso: “L’imbuto di Norimberga è una metafora sull’apprendimento molto nota nel mondo della scuola: uno studente a cui vengono ‘versate’ nozioni in testa attraverso un imbuto”.
La ministra poi sfodera un po’ di controironia con tanto di smile che ride: “Qualcuno mi ha preso alla lettera soffermandosi sul fatto che gli imbuti non si riempiono ma si usano per riempire. Capisco bene che si possa prestare a facili ironie, ci rido su anch’io. Ma ci tengo a tranquillizzare sul fatto che al Ministero non abbiamo provato ad infilare imbuti in testa ai ragazzi versandoci dei libri (liquefatti ovviamente), prima di dire che non funzioni…”
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