Allatta la neonata sbagliata, genitori denunciano ospedale di Brescia: accuse per lo scambio di bambina

La Fondazione Poliambulanza di Brescia, quinto ospedale per nascite della provincia, è stata denunciata da una coppia di genitori per scambio di neonato che ha portato ad accudire per alcune ore la bambina sbagliata. I fatti risalgono a ottobre, ma i neo-genitori hanno voluto raccontare la propria storia in questi giorni poiché la mamma è ancora sotto choc.

Allatta la neonata sbagliata, cos’è successo

Come riferito da Il Giorno, che ha sentito la coppia vittima dello scambio di bebè, l’errore dei medici è avvenuto a ottobre quando la donna ha dato alla luce una bimba. Subito dopo il parto la piccola è stata trasferita nel reparto di patologia neonatale, mentre la mamma si è dovuta sottoporre a tampone prima di vederla.

Una volta raggiunta dell’esito negativo del tampone, la donna è stata accompagnata al nido dalla figlioletta. Lì, in una culla e con i vestiti da lei forniti, ha trovato la piccola ad attenderla e ha cominciato ad accudirla e allattarla.

Dopo poco, però, è il padre che fa la scoperta sconvolgente: la bimba non aveva il braccialetto identificativo e nella culla c’era il braccialetto di un’altra neonata.

Scambio di neonati, le parole della mamma

Sotto choc, la donna non ha potuto far altro che far notare l’accaduto ai sanitari che erano presenti vicino a lei. Il padre, per primo, ha cercato di capire come comportarsi.

Fonte foto: ANSA

A Il Giorno la donna però si è detta fortemente sconvolta dall’accaduto, anche oggi che sono passati più di tre mesi dall’evento. “La piccola che avevo coccolato con amore e dedizione, nutrito e fatto conoscere ai parenti, non era mia figlia” ha dichiarato.

Secondo quanto riferito dal quotidiano la mamma ancora oggi non riesce a legare con la sua bimba, poiché ancora sconvolta da quanto accaduto in ospedale.

Scambio di neonati, la denuncia

Dopo quanto successo la coppia non ha potuto far altro che sporgere denuncia agli organi competenti. L’errore, secondo quanto riferito da Il Giorno, non è stato smentito dalla Fondazione.

L’altra famiglia interessata, invece, non avrebbe sporto denuncia. La coppia ricorrente è assistita dall’avvocato Maria Cristina Tramecere che porterà avanti la causa affinché errori questo tipo non accadano mai più in nessun ospedale.

Fonte foto: ANSA