Vaccino Covid in anticipo, ma i numeri delle Regioni non tornano
Allo studio del ministero della Salute la possibilità di iniziare prima la vaccinazione, ma sono da risolvere le proporzioni sulle dosi alle Regioni
Anticipare l’inizio della campagna di vaccinazione anti Covid il 15 gennaio 2021 e non alla fine del mese come previsto dal piano. È l’obiettivo sul quale si sta lavorando al ministero della Salute secondo Repubblica.
Dipenderà tutto da quando arriverà l’autorizzazione sul vaccino Pfizer da parte dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. Se il via libera arriverà secondo le attese il 29 dicembre, allora il governo potrà pensare di anticipare i tempi.
Il responsabile della Prevenzione del ministero alla Salute Gianni Rezza, ha spiegato in conferenza che tra i maggiori Paesi Ue c’è la volontà di partire tutti insieme con la campagna di vaccinazione: “L’obiettivo è iniziare la campagna almeno in contemporanea con Germania, Francia e Spagna“.
Vaccino Covid in anticipo, ma i numeri delle Regioni non tornano: i dubbi
Prima però ci saranno da risolvere i dubbi sul piano vaccinale in Italia esposto in una riunione dedicata dal Commissario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri con le amministrazioni regionali. La distribuzione delle dosi alle Regioni sarebbe infatti da rivedere, per alcune discrepanze emerse nei numeri in rapporto alla popolazione.
Ad esempio per il Lazio sarebbero previste molte più dosi rispetto agli abitanti della Lombardia: 356mila su 5,8 milioni di residenti, a fronte di 308mila su 10,1 milioni.
Alla Toscana, regione di 3,7 milioni di abitanti, saranno destinate 51mila dosi, mentre all’Emilia-Romagna 177mila per 4,4 milioni di abitanti.
Vaccino Covid in anticipo, ma i numeri delle Regioni non tornano: le novità
Il piano vaccinale intanto si va dettagliando sempre di più e si prospetta la novità di poter prenotare il vaccino. Arcuri vorrebbe introdurre una app e attivare un numero verde attraverso i quale chi vuole può chiedere l’appuntamento per ricevere le iniezioni.
Un’idea che non entusiasma le Regioni: l’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato, ritiene infatti che il call center rischierebbe di essere presto intasato, dato che prevedibilmente sarebbero in molti a chiamare per avere informazioni e rassicurazioni sul vaccino. Secondo alcuni addetti ai lavori sarebbe quindi preferibile contattare direttamente i soggetti a rischio individuati per patologia o età.
Stabiliti inoltre i numeri e la composizione del personale medico: nella fase iniziale, per la somministrazione del vaccino Pfizer sono previsti circa 3.700 operatori, da reclutare attraverso due bandi che partiranno nei prossimi giorni con termine intorno ai primi di gennaio.
Chi si occuperà della vaccinazione sarà organizzato in squadre composte da 1 medico e 4 infermieri, con il contributo 1 amministrativo e 2 operatori sociosanitari. Secondo le stime di Arcuri bisogna mettere sotto contratto fino a 16 mila operatori, anche se nei primi 4 mesi ne basteranno 10 mila.
Il traguardo è rappresentato da 30 milioni di vaccinati in sette mesi. Circa 1.500 saranno i centri di somministrazione in tutta Italia, aperti 7 giorni su 7 a ritmo di 6 iniezioni all’ora. Cinque giorni della settimana poi, partiranno squadre per effettuare l’iniezione a domicilio a chi ne avrà necessità.