Strage di Altavilla Milicia, parla il fratello di Sabrina Fina: "Siamo stati adottati, abbiamo subito violenze
Il fratello di Sabrina Fina difende la sorella dalle accuse sulla strage di Altavilla Milicia: "Siamo stati adottati, abbiamo subito violenze
Il fratello di Sabrina Fina interviene nuovamente per difendere la sorella dalle attribuzioni sulla strage di Altavilla Milicia. Lo fa attraverso ‘Pomeriggio Cinque’ in collegamento telefonico con un’inviata, alla quale riferisce alcuni aspetti del loro passato.
In primo luogo l’uomo riferisce che sia lui che la sorella sarebbero stati adottati: “Proveniamo da situazioni non belle, di violenze subite sia fisiche che mentali”, racconta all’inviata. Violenze, quelle riferite dal fratello di Sabrina Fina, che i due avrebbero subito sia dalla famiglia d’origine che nell’orfanotrofio, ma anche “nell’ambito adolescenziale”. Esperienze che avrebbero reso sua sorella fragile al punto di spaventarsi alla visione del sangue e dei morti.
“Noi la chiamavamo ‘Scantulina’, perché aveva paura di qualsiasi cosa”. A proposito di Massimo Carandente, poi, il fratello di Sabrina Fina riferisce di essere al corrente che fosse “un tipo religioso” ma “non un fanatico“, e con la sua disabilità non sarebbe stato in grado di compiere gli atti che gli vengono attribuiti.
In una precedente intervista, il fratello di Sabrina Fina aveva considerato l’ipotesi che nei giorni della strage all’interno della villetta di Altavilla Milicia di proprietà di Giovanni Barreca ci sarebbero state “più persone” e che i famigliari si sarebbero “ammazzati tra di loro“.