Sea Watch bloccata a Lampedusa. Parla Carola Rackete dalla nave
La Sea Watch ha provato ad entrare nel porto di Lampedusa ma è stata bloccata dalle autorità italiane. Alcuni parlamentari sono saliti a bordo
La Sea Watch ha provato ad entrare nel porto di Lampedusa ma è stata bloccata dalle autorità italiane. Nel pomeriggio, una delegazione di parlamentari e giornalisti è salita a bordo della nave per avere un confronto con i volontari della ONG. Fra loro, Graziano Delrio, Matteo Orfini e Davide Faraone del Pd, Riccardo Magi dei Radicali e Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana. Gli agenti della Guardia di Finanza stanno effettuando ulteriori controlli e verifiche.
Le dichiarazioni del capitano Carola Rackete ai giornalisti
Davanti ai microfoni ANSA ha preso la parola il capitano Carola Rackete, 31 anni. La biologa marina, laureata in conservazione ambientale e esperta di navigazione polare, ha affermato: “Abbiamo chiesto all’Italia perché era il porto sicuro più vicino al punto di soccorso. Ma abbiamo chiesto anche allo stato di cui battiamo bandiera, l’Olanda, al governo tedesco, e anche alla Francia, alla Spagna e a Malta di offrire assistenza. Non c’era una soluzione politica in vista e tutte le nostre richieste sono state rifiutate“.
“La situazione a bordo è peggiorata di giorno in giorno” ha continuato, “soprattutto dal punto di vista psicologico. Abbiamo persone che hanno minacciato di buttarsi in mare e molti che soffrono delle conseguenze dei traumi. Ma anche persone che ci hanno detto di aver tentato il suicidio. Dovevamo entrare per evitare danni alla vita delle persone. Adesso da 24 ore aspettiamo che il governo italiano si assuma la responsabilità. Ma hanno solo controllato documenti senza fornire assistenza o un porto per queste persone. Ho deciso di avviarmi verso il porto per fornire loro un approdo sicuro perché la loro sicurezza è la cosa principale in questo momento”.
Sea Watch, l’appello dei parlamentari saliti a bordo
Secondo quanto riporta l’ANSA, il parlamentare PD Graziano Delrio ha dichiarato: “Rimaniamo a bordo della Sea Watch finchè non sarà dato l’ordine di sbarco”. E aggiunge, anche a nome degli altri parlamentari saliti a bordo della nave: “Va posta fine a questa inutile crudeltà, hanno diritto di sbarcare. Abbiamo trovato una situazione insostenibile, è necessario che i 42 naufraghi sbarchino al più presto”.
Delrio rivolge poi un appello a Conte: “È intollerabile che un suo ministro permetta tutto questo. Il governo sta agendo al di là delle regole, è disumano tenere in ostaggio 42 persone, tra cui dei minori, in mezzo al mare sotto un sole cocente. Il presidente del consiglio ha il dovere di intervenire immediatamente per porre fine a questa assurda situazione che sta minando la credibilità e il prestigio del nostro paese nel mondo”.
Sea Watch, la nave bloccata a pochi metri da Lampedusa
Secondo quanto riporta l’ANSA, Giorgia Linardi, portavoce della ONG, ha dichiarato: “Questa mattina la nave ha comunicato con le autorità informandole che erano trascorse ormai 24 ore dalla dichiarazione dello stato di necessità che la ha costretta all’ingresso nelle acque territoriali. Alle 14.16, non avendo ricevuto nessuna comunicazione o assistenza, ha proceduto verso il porto. Ma a circa un miglio le è stato intimato di spegnere i motori. La nave ora è ferma a un miglio dall’ingresso nel porto”.
La comandante della nave, Carola Rackete, ha forzato il blocco che le è stato imposto dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto il ricordo dei 42 rifugiati a bordo. In aperto conflitto con il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha comunque deciso di dirigersi verso il porto di Lampedusa.
L’esposto dei legali di Sea Watch
Nel frattempo, i legali di Sea Watch hanno presentato un esposto alla procura di Agrigento sottolineando “eventuali condotte di rilevanza penale” da parte delle “autorità marittime e portuali preposte alla gestione delle attività di soccorso”, e per chiedere che venga valutata “l’adozione di tutte le misure necessarie” per permettere lo sbarco dei migranti “e porre fine alla situazione di gravissimo disagio” in cui si trovano.