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L'infettivologo lancia l'allarme: "La mascherina va messa sempre"

Maurizio Sanguinetti, docente e infettivologo del Gemelli di Roma, sottolinea perché la mascherina andrebbe ancora usata in ogni situazione

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“Quando si dice di dover imparare a convivere con il coronavirus, vuol dire che dobbiamo fare la nostra vita senza mai dimenticarci che il virus c’è. Ha una potenza inferiore? No, non si è modificato, ma si è ridotta la quantità del virus i circolazione. La paura non serve, serve invece evitare in ogni modo nuovi focolai“. Lo dichiara Maurizio Sanguinetti, docente di microbiologia e direttore del Dipartimento di Scienze di laboratorio e infettivologiche del Policlinico Gemelli di Roma, in un’intervista al Messaggero.

Vanno identificati i focolai, quindi le persone infette. Solo così si riduce la trasmissione del coronavirus. In poche parole significa non ricreare le condizioni che ci hanno portato al lockdown”, ha spiegato l’esperto.

Per difenderci, è necessario applicare correttamente le regole. “Ormai sappiamo bene quali sono quelle che ci aiutano, e sarebbe un reato non metterle in pratica. Quindi la mascherina va usata, soprattutto nei luoghi chiusi, e non vanno creati grandi gruppi di persone, sia all’aperto sia e soprattutto nei luoghi chiusi”.

“Altrimenti rischiamo di ripartire con i contagi. Del resto ci sono chiare evidenze di possibili riaccensioni del coronavirus, e non mi riferisco a Paesi lontani come gli Stati Uniti e il Sud America, ma anche ai nostri vicini come la Spagna”, dove il numero di contagi da Covid è tornato preoccupante. “Una recrudescenza importante ma di minore gravità non ci dice che possiamo stare tranquilli. Questi casi devono essere comunque isolati e identificati”, ha dichiarato l’infettivologo al Messaggero.

Fino all’arrivo del vaccino“, il rischio sarà alto. “Dobbiamo resistere fino a quel giorno. Ma non è così difficile. Vogliamo andare al ristorante? Andiamo senza timori, ma con la mascherina fino al tavolo. Poi si può togliere. La mascherina è fondamentale, garantisce un abbattimento importante dei rischi”.

La movida fuori controllo non ha senso, non capisco perché non si possa andare a prendere un drink in modo sicuro”, con la mascherina. “Vedo gruppi di ragazzi che non ce l’hanno proprio. Non è questione di imporre qualcosa, ma di usare il cervello. Non possiamo pensare alla mascherina in un’ottica di tifo da stadio: mascherina sì, mascherina no. Mettiamola tutti e staremo meglio. Non abbassiamo la guardia ora“.

La situazione negli ospedali sembra più calma, ma “in realtà in questo momento stiamo portando avanti una grande operazione di contenimento del coronavirus che non si vede ma c’è. Stiamo facendo molta più attività diagnostica oggi rispetto al mese di marzo per intercettare precocemente il virus e limitare eventuali focolai. È una realtà che continuiamo a vivere tutti i giorni. Intercettare i positivi significa anche cercarli, significa ragionare su alcuni gruppi a rischio e tornare indietro per ricostruire eventuali contagi”.

Riguardo le difficoltà di condurre l’indagine, l’infettivologo ha spiegato al Messaggero che “la diagnostica microbiologica in Italia è sottopotenziata. È emerso chiaramente soprattutto nel primo periodo del Covid-19 in Italia, quando si faceva fatica a fare i tamponi. In Corea del Sud sono riusciti a fare subito tanti test, ma avevano tanti laboratori. Qui ne abbiamo troppo pochi. Ora va meglio, nel mese di luglio al Gemelli abbiamo raggiunto un record con 746 test in un solo giorno. Ma dobbiamo guardare al futuro”.

Maurizio Sanguinetti ha dichiarato di temere per il prossimo autunno. “Quando bisognerà indagare su un raffreddore per capire da che virus proviene. Ma non solo. Sappiamo bene che c’è sempre una nuova epidemia da affrontare, non sappiamo quanto sarà forte ma sappiamo che ci sarà. Quindi serve una rete capillare di laboratori di microbiologia in grado di gestire queste emergenze”.

Coronavirus: i focolai in Italia. Dove e quanti casi Fonte foto: Ansa
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