"Caso" Black Lives Matter agli Europei: significato e reazioni
Il gesto di alcuni calciatori di inginocchiarsi prima delle partite contro il razzismo e la decisione di altri di non farlo stanno facendo discutere
Agli Europei di calcio attualmente in corso è esplosa una polemica relativa a un gesto effettuato da alcuni calciatori prima delle partite: è diventata consuetudine, infatti, per alcuni calciatori di varie nazionali, inginocchiarsi prima del fischio d’inizio in segno di solidarietà per il Black Lives Matter (le vite dei neri contano), movimento internazionale nato all’interno della comunità afroamericana con l’obiettivo di contrastare il razzismo.
Cos’è Black Lives Matter e come è nato il gesto
L’hashtag #BlackLivesMatter, da cui poi ha avuto origine il movimento, è nato nel luglio 2013, in seguito all’assoluzione di George Zimmerman, che aveva sparato al diciassettenne afroamericano Trayvon Martin, uccidendolo.
In tempi recenti il movimento, che organizza regolarmente delle manifestazioni, è tornato alla ribalta a livello internazionale in seguito alla morte di George Floyd, avvenuta il 25 maggio 2020 nella città di Minneapolis, in Minnesota.
Il decesso è arrivato in seguito all’arresto dell’uomo, effettuato da 4 agenti di polizia intervenuti in seguito alla chiamata di un negoziante.
Il filmato dell’arresto, in cui un agente di polizia tiene immobilizzato George Floyd tenendo per molti minuti il suo ginocchio sul collo, ha avuto una vasta diffusione nei media internazionali e portò a diverse manifestazioni di protesta contro l’abuso di potere da parte della polizia, accusata anche di comportamenti razzisti.
Negli ultimi tempi diversi sportivi hanno manifestato il proprio sostegno al Black Lives Matter inginocchiandosi in campo.
Il primo sportivo a inginocchiarsi, già nel 2016, è stato Colin Kaepernick, quaterback dei San Francisco 49ers in NFL (il campionato di football americano), che il 26 agosto di quell’anno è rimasto inginocchiato durante l’inno nazionale.
Il 12 settembre lo stesso Kaepernick ha ripetuto il gesto in diretta tv durante una partita ufficiale, assieme al suo compagno di squadra Eric Reid.
La protesta di Kaepernick ha fatto molto scalpore, tanto che anche il presidente degli USA dell’epoca Donald Trump si era schierato contro quel gesto.
A fine stagione, a Kaepernick non è stato rinnovato il contratto, ma il gesto di inginocchiarsi contro il razzismo è diventato sempre più frequente sui campi sportivi. Fino agli Europei di quest’anno.
Il “caso” Black Lives Matter agli Europei
Agli Europei sono diversi i calciatori (e le nazionali) che hanno deciso di manifestare il proprio sostegno alla causa con questo gesto, che è volontario e che non è disciplinato a livello ufficiale dalla Uefa.
La decisione di alcune nazionali di non eseguire questo gesto ha attirato però diverse critiche.
Le federazioni di Croazia e Scozia hanno annunciato ancora prima dell’inizio degli Europei che i propri calciatori non si sarebbero inginocchiati all’inizio delle partite, pur ribadendo il proprio impegno contro ogni forma di discriminazione.
L’annuncio della Croazia è arrivato in risposta alle critiche ricevute dopo l’amichevole contro il Belgio, prima della quale si erano inginocchiati solo i ‘Diavoli Rossi’.
I calciatori del Belgio hanno ripetuto il gesto anche contro la Russia agli Europei: i giocatori del Belgio, così come l’arbitro Antonio Mateu Lahoz e i suoi assistenti, si sono infatti inginocchiati prima del fischio d’inizio della partita contro il razzismo, ma il gesto non è stato apprezzato dal pubblico di San Pietroburgo che ha fischiato. I calciatori della Russia hanno invece scelto di non inginocchiarsi.
La nazionale italiana e il “caso” Black Lives Matter
In Italia, la polemica è montata dopo la partita contro il Galles (terzo turno della fase a gironi).
Prima del fischio d’inizio, infatti, tutti i calciatori del Galles si sono inginocchiati e lo stesso hanno fatto alcuni calciatori azzurri (Belotti, Bernardeschi, Emerson, Pessina e Toloi).
Gli altri calciatori della Nazionale hanno deciso di non partecipare, rimanendo in piedi.
Su ‘Twitter’, il messaggio “a metà” della nazionale italiana ha fatto discutere, dividendo l’utenza tra pro e contro. L’hashtag #BlackLivesMatter è salito così in tendenza.
Sul tema è intervenuto in tv anche Claudio Marchisio, che ha dichiarato in tv sulla ‘Rai’: “Sarebbe stato bello se lo avessero fatto tutti”.
All’indomani della partita, proprio su ‘Twitter’ è diventato però di tendenza l’hashtag #iononminginocchio, in polemica col gesto visto prima del fischio d’inizio Italia-Galles.
Diversi i commenti “contro”, ma numerose sono anche le risposte di chi difende l’iniziativa.