Ponte Morandi, l'anniversario: parla Mattarella due anni dopo
Oggi quattro cerimonie in ricordo delle 43 vittime, ci sarà anche il premier per Giuseppe Conte
Due anni fa, alle 11:36, crollava il Ponte Morandi a Genova. Oggi una cerimonia per ricordare le vittime della tragedia alla quale prenderà parte anche il presidente del consiglio, Giuseppe Conte. Alle 9 si è tenuta la cerimonia religiosa, poi quella privata organizzata dai familiari delle vittime. Nel pomeriggio scoperta una targa con i 43 nomi. In serata, infine, tre fiaccolate in diverse zone della città.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in una lettera al Secolo XIX, ha invitato a “sviluppare e ricostruire una affidabile cultura della sicurezza, di adeguata manutenzione e del controllo che coinvolga e responsabilizzi imprese, enti pubblici, istituzioni locali e nazionali, università, mondo della ricerca”.
“La loro giusta richiesta di verità e giustizia per i propri cari, inghiottiti dal crollo del Ponte, è stata accompagnata dalla forte e sofferta esortazione che vengano in ogni modo evitati in futuro disastri simili con nuovi lutti e nuove vittime”, ha spiegato il presidente della Repubblica ricorda l’incontro con “alcuni rappresentanti dei famigliari delle vittime” poco prima dell’inaugurazione del nuovo Ponte.
Una “tragedia del genere” non si deve ripetere più, ha dichiarato il premier Giuseppe Conte intervistato da La Stampa. “La partecipazione dello Stato in Autostrade va in questa direzione – ha detto – perché contribuirà ad assicurare più controlli e sicurezza sulla nostra rete”.
“Le nostre infrastrutture sono un bene pubblico prezioso – ha sottolineato il premier -, non consentiremo più che questo principio venga calpestato”. Ai famigliari delle vittime ha detto: “Garantisco l’impegno a una più scrupolosa attenzione per le infrastrutture pubbliche”.
“Siamo qui a ricordare che le famiglie delle 43 vittime del ponte Morandi meritano rispetto – ha scritto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, su Facebook -. Per questo si è raggiunto un accordo per allontanare i Benetton dalla gestione di Autostrade. Ma se qualcuno pensa di tornare sui propri passi troverà sempre la nostra resistenza. Vigileremo costantemente, quotidianamente. La revoca rimane sul tavolo, non è mai stata esclusa. Giustizia sarà fatta definitivamente solo quando i Benetton saranno totalmente fuori da Aspi. Lo Stato ha il dovere di tutelare i propri cittadini, ha il dovere di mettere in sicurezza il Paese. Lo stato deve dimostrare di esserci. Sempre”.