Nota del Verona dopo l'operazione Cyrano della Gdf su sponsor e fatture false: "Nessuna perquisizione in sede"
Attraverso una nota, la società di calcio Hellas Verona ha fatto chiarezza sulla notizia di una presunta perquisizione della Guardia di Finanza
L’Hellas Verona, club che milita nella Serie A di calcio, ha diffuso una nota per fare chiarezza sulla notizia di una presunta perquisizione della Guardia di Finanza nella sede della società nell’ambito di un’indagine su sponsorizzazioni ottenute tramite fatture false emesse da una società ‘cartiera’.
La nota dell’Hellas Verona
Nel comunicato pubblicato sul sito dell’Hellas Verona si legge:
“Verona – Hellas Verona FC precisa che: la Guardia di Finanza sta effettuando un’indagine su una società terza e non sull’Hellas Verona. Non è stata effettuata alcuna perquisizione né nella sede né altrove”.
La nota prosegue così:
“Il Club ha spontaneamente messo a disposizione le proprie risultanze contabili relative ai rapporti con detta società, che consistono nella ricezione di sole tre fatture relative al periodo di imposta di quattro anni fa e comunque di modesto importo. La contestazione, si specifica ulteriormente in corso di verifica, potrebbe equivalere a circa 50.000 euro. In ogni caso, si smentisce in maniera categorica che l’oggetto dei documenti fiscali richiesti attenga a contratti di sponsorizzazione, argomento di cui nessuno ha mai parlato”.
A riportare la notizia della presunta perquisizione nella sede del Verona e a collegare ciò con l’inchiesta ribattezzata ‘Operazione Cyrano’, diretta dalla Procura di Reggio Emilia e condotta da Guardia di Finanza e Polizia di Stato, era stata l’agenzia ‘ANSA’.
Il Verona è attualmente al terzultimo posto nella classifica del campionato di Serie A, con 10 punti conquistati in 14 partite.
I dettagli dell’operazione Cyrano
La Polizia di Stato ha diffuso una nota per riepilogare i dettagli dell’indagine Cyrano, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia e dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Emilia.
Proprio grazie a questa indagine è stato possibile accertare la sussistenza di una società “cartiera”, con oggetto sociale dichiarato “attività delle concessionarie pubblicitarie”, che sarebbe stata “costituita al solo scopo di emettere fatture per operazioni oggettivamente inesistenti”, allo scopo di “consentire ai beneficiari delle F.O.I. l’evasione delle imposte sui redditi e dell’iva”.
Le persone giuridiche coinvolte sono società calcistiche, attive nella produzione di programmi televisivi e nei settori dei trasporti di merci, edilizio e meccanico in genere.
Al termine delle indagini, come spiegato nella nota della Polizia di Stato, è stato documentato (allo stato in via cautelare trattandosi di attività di indagine preliminare) come le 22 società interessate “abbiano utilizzato, nelle rispettive dichiarazioni annuali ai fini dell’I.V.A. e delle Imposte dirette, fatture per operazioni inesistenti ricevute dalla società cartiera per oltre 10 milioni di euro”.
Nel corso delle operazioni è stato notificato, nei confronti di tutti i 26 soggetti indagati, un’informazione di garanzia emessa dall’A.G. inquirente in ordine alla predetta ipotesi di reato.
La Polizia di Stato ricorda che la colpevolezza dei soggetti sottoposti a indagine in relazione alla vicenda giudiziaria sarà definitivamente accertata solo nel caso in cui ci sia una sentenza irrevocabile di condanna.