Licenziata perché trans, lo sfogo della professoressa
La giovane docente 25enne ha denunciato il licenziamento dubbio sui social
Duro sfogo e denuncia sui social da parte di Giovanna Cristina Vivinetto, 25enne docente di letteratura al triennio linguistico dell’Istituto privato Kennedy a Roma che è stata licenzia con motivazioni “confuse e poco credibili”. La giovane, poetessa vincitrice del “Premio Viareggio”, ha raccontato di essere stata assunta il 23 settembre scorso e, dopo appena due settimane, essere stata allontanata per motivazioni poco chiare, forse riconducibili al fatto che sia transessuale.
“Ieri la scuola paritaria che mi ha assunta mi ha licenziata in tronco, con motivazioni confuse, nebulose e, in sostanza, poco credibili” ha scritto la docente sui social, spiegando che prima dell’assunzione c’era stato un confronto tra la preside e la proprietaria della scuola. Se la prima “non mi voleva e che mi ha licenziata” l’altra invece “puntava sulla mia assunzione e fino a ieri è stata indecisa se tenermi ancora”.
La decisione, secondo quanto riferito dalla professoressa, sarebbe arrivata dopo aver preso dei giorni di malattia: “Durante questi tre giorni di assenza, dice la preside, i ragazzi e i genitori “hanno trovato il coraggio” e sono andati a lamentarsi. Tra tutti i docenti, proprio di me”. Tra le problematiche esposte dalla scuola, sottolinea la ragazza, l’essere “indietro col programma” e lo spiegare “troppo velocemente” oltre a non farsi rispettare dai ragazzi e non essere coinvolgente.
Questo il commento della docente alle motivazioni date dall’istituto: “Dopo cinque anni di studi letterari e tutta l’esperienza fatta da “oratrice” nel corso gli ultimi due anni in giro per l’Italia, vi immaginate mentre spiego gli Inni sacri e le tre edizioni dei Promessi sposi di Manzoni e nel frattempo parlo di tutt’altro passando di palo in frasca? Oppure sembrare confusa nel definire i caratteri del romanzo epico-cavalleresco o incerta nell’esporre i primi documenti in volgare? Mi sembra assurdo solo a pensarlo”.
Ad infastidire maggiormente la 25enne, secondo quanto ha riportato sui social, ci sarebbe il feedback tutt’altro che negativo dei ragazzi. “Prof., che bello rivederla oggi! È proprio un piacere” o “È la nostra docente preferita perché riesce a spiegare bene risultando molto simpatica” le parole degli alunni riportate dalla docente.
La giovane, una volta esposto questo pensiero alla preside, si è sentita rispondere: “Giovanna, i ragazzi sono infami, ti dicono una cosa e poi a noi vengono a dirne un’altra: non devi mai credergli”.
“Credo in sostanza che le motivazioni di questo gesto, ai miei occhi imprevisto, ingiustificato e imprevedibile, risiedano altrove, ma non voglio indagare questo altrove” ha scritto. Poi, ha concluso: “Probabilmente c’entra il fatto che io sia una donna transessuale, e questo sarebbe già molto più triste e ingiusto. E non voglio pensarci”.