La lobby segreta di Uber, anche Macron coinvolto nella maxi inchiesta: i file che imbarazzano il presidente
Gli oltre 124 mila documenti coprono un periodo di cinque anni, in cui Uber era gestita da Kalanick: svelato il rapporto stretto con Macron
C’è il anche presidente francese Emmanuel Macron tra i politici coinvolti nell’inchiesta pubblicata da un consorzio di media internazionali che indaga sui metodi spregiudicati del co-fondatore Travis Kalanick di Uber per far diventare l’azienda leader del settore dei taxi.
- Migliaia di documenti trapelati
- I messaggi tra il presidente francese e Uber
- "Eccezionalmente accomodante"
Migliaia di documenti trapelati
Secondo l’inchiesta giornalistica, pubblicata anche dal Guardian, si tratta di una una “maxi-raccolta di file riservati” che rivela come il gigante della tecnologia Uber abbia “violato le leggi, ingannato la polizia, sfruttato la violenza contro i conducenti di taxi e fatto pressioni segrete sui governi durante la sua aggressiva espansione globale”.
I documenti trapelati – oltre 124.000, noti come file Uber – metterebbero a nudo le pratiche “eticamente discutibili” dell’azienda della Silicon Valley nel periodo in cui era gestita da Kalanick, allontanato nel 2017 a causa delle sue azioni spregiudicate.
I messaggi tra il presidente francese e Uber
I file trapelati, inclusi gli sms scambiati tra i dirigenti di Uber e Macron, rivelano come quest’ultimo fosse stato identificato come un alleato chiave della società quando era ministro dell’economia.
Sembrerebbero confermare che il fatto Macron sia stato abbastanza vicino ai manager di Uber durante i suoi due anni al ministero dell’Economia dal 2014 al 2016, tanto da essere contattato per un “possibile aiuto” quando la sede dell’azienda riceveva le ispezioni della finanza francese.
“Eccezionalmente accomodante”
I messaggi dipingono il ritratto di un politico che, almeno inizialmente, era eccezionalmente accomodante con Uber. “Grazie caro Travis”, scriveva Macron al co-fondatore dell’azienda, Travis Kalanick, in uno scambio di e-mail alla fine del 2014. “Rimaniamo in contatto e progrediamo insieme”.
Proteste contro Uber a Barcellona
Il futuro presidente era tuttavia piuttosto restio a registrare i suoi incontri con Kalanick nel suo diario pubblico: dei quattro rivelati dalla fuga di notizie, solo uno, a Davos nel gennaio 2016, è stato ufficialmente reso noto.
L’accusa è che Macron abbia aiutato segretamente l’azienda in Francia quando era ministro dell’Economia, consentendo a Uber un accesso frequente e diretto a lui e al suo staff. L’opposizione francese ha attaccato il presidente dopo la rivelazione del Guardian. Il deputato comunista Pierre Dharreville ha lanciato la richiesta di un’inchiesta parlamentare sulla vicenda.