L'azienda in cui lavoravano gli operai morti a Brandizzo chiede la Cig: 79 lavoratori rischiano il posto
La Sigifer rischia di non riuscire a pagare i propri dipendenti e chiede la cassa integrazione
A rischio 79 posti di lavoro. Sono quelli dei dipendenti della Sigifer, la ditta appaltatrice in cui lavoravano i 5 operai morti nell’incidente ferroviario di Brandizzo. L’azienda ha chiesto la cassa integrazione per 13 settimane.
- La richiesta di cassa integrazione della Sigifer
- L'indagine sui dirigenti
- L'appello dei sindacati e del sindaco di Borgo Vercelli
La richiesta di cassa integrazione della Sigifer
Tredici settimane di cassa integrazione sono la richiesta della Sigifer, l’azienda in cui lavoravano i 5 operai morti nell’incidente ferroviario di Brandizzo a seguito delle indagini che hanno riguardato i suoi dirigenti.
La notizia arriva da un comunicato di diverse sigle sindacali tra cui Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl Piemonte che sottolineano come alla Sigifer lavorino ben 79 dipendenti, che hanno ricevuto la paga di agosto ma non sono sicuri di avere quella di settembre.
La segretaria del PD Elly Schlein alla stazione di Brandizzo
L’indagine sui dirigenti
La ditta è in difficoltà da quando è rimasta coinvolta nell’incidente di Brandizzo. La morte dei 5 operai dipendenti della Sigifer nell’incidente ferroviario ha portato al centro dell’indagine scaturita i dirigenti dell’azienda.
La procura di Ivrea ha ipotizzato per loro i reati di omicidio colposo e cooperazione in disastro colposo. Le testimonianze hanno portato alla luce le carenze di formazione del personale per le mansioni che doveva svolgere sui binari di Reti Ferroviarie Italiane.
La Sigifer si è difesa citando proprio le responsabilità dei Rfi: “Era il Committente a dover garantire la sicurezza del nostro lavoro. E sul posto c’era un suo operatore”. La nota si riferisce a Antonio Massa, tecnico di Rfi anche lui indagato.
L’appello dei sindacati e del sindaco di Borgo Vercelli
Il comunicato dei sindacati si chiude con un appello: “Come sindacato l’impegno è di evitare che si crei un problema sociale e non disperdere le professionalità. Da oggi, con la sospensione a tempo non definito dei lavori inviata da Rfi, abbiamo 79 persone in meno a garantire la nostra sicurezza sulle linee ferroviarie”.
Anche il sindaco del comune di Borgo Vercelli, dove ha sede la Sigifer, è intervenuto sulla questione: “[Esprimo] sconcerto per la decisione dell’amministratore delegato di Rfi di revocare l’appalto alla Sigifer senza attendere i risultati delle indagini della magistratura. Non è per prendere le difese dell’azienda ma dei 79 lavoratori che rischiano di rimanere senza lavoro”.