Governo, Grillo avverte Di Maio: il retroscena
"Sei tu il capo politico, e decidi tu per il Movimento", avrebbe detto Grillo a Di Maio
Spunta un retroscena sul recente post di Beppe Grillo dove invocava la scelta di ministri tecnici. Al termine della seconda giornata di consultazioni, durante la quale è stato confermato un nuovo governo guidato dal premier Giuseppe Conte, il fondatore del MoVimento 5 Stelle aveva infatti scritto nel suo blog: “Non facciamoci distogliere dalle incrostazioni che la realtà ha lasciato sui nostri scudi, è assolutamente normale ed atteso che ogni accenno a un ministero si trasformi in una perdita di tempo condita da cori di reciproche accuse di attaccamento alla poltrona. Questo perché un po’ di poltronofilia c’è ma, sopratutto, non ci sono i tempi né per un contratto e neppure per chiarirci su ogni aspetto, anche fintamente politico, delle realtà che i ministeri dovranno affrontare”,
Secondo quanto riporta il Messaggero, in molti avrebbero interpretato le sue parole come una stoccata a Luigi Di Maio. Grillo avrebbe anche proposto che il ruolo politico lo svolgano “i sottosegretari”. Tutti indizi insomma, che punterebbero al leader del partito. Sull’ipotesi di un possibile governo tecnico poi, i fedelissimi di Di Maio avrebbero infatti rivelato al giornale romano: “Se sarà il governo tecnico faticherà a prendersi la nostra fiducia in Senato”.
Lo staff del capo pentastellato, avrebbe poi riferito un retroscena sul post pubblicato da Grillo. Tra il fondatore del partito e il suo leader ci sarebbe stata una telefonata per aggiustare i toni: “Sei tu il capo politico, e decidi tu per il Movimento, il mio è stato un paradosso”, avrebbe detto Beppe Grillo. “In questa crisi che sembra un guasto nell’ascensore, non ci sono i tempi né per un contratto e neppure per chiarirci su ogni aspetto, anche fintamente politico, delle realtà che i ministeri dovranno affrontare”, ha detto poi. Per il quotidiano romano, questa sembrerebbe essere una scusa per depotenziare il voto su Rousseau.
L’ultima guerra interna al MoVimento infatti, riporta il giornale, sarebbe proprio quella riguardo la chiamata al voto sulla piattaforma di Casaleggio. Michele Nitti si è detto “sorpreso” che “si sia fatta passare per una decisione deliberata in assemblea ciò che non è stato affatto deliberato”. Anche i grillini vicini a Roberto Fico sarebbero scettici. Buffagni invece avrebbe difeso il leader dalle critiche: “Chi tocca Luigi, tocca il Movimento”.
Manlio Di Stefano, infine si sarebbe pronunciato in un attacco ai colleghi: “Chi è abituato alle liste scritte dal capo o a scelte imposte non ne capisce il senso, ma lamentarsi del voto su Rousseau è inaccettabile”.