Giorgia Meloni sta ancora male per via dell'influenza: conferenza stampa di fine anno rinviata un'altra volta
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rinviato nuovamente la conferenza stampa di fine anno a causa dell'influenza: come sta la premier
Giorgia Meloni sta ancora male. La premier è stata costretta a rinviare la conferenza stampa di fine anno, prevista per giovedì 28 dicembre alle ore 11, a data da destinarsi. Appuntamento già slittato la scorsa settimana, dato che l’incontro coi giornalisti era stato inizialmente fissato per giovedì 21 dicembre. La presidente del Consiglio sarebbe rimasta vittima della recrudescenza dell’influenza.
- Il secondo rinvio della conferenza stampa di fine anno
- L'ultima uscita in pubblico
- La polemica per la "legge bavaglio"
Il secondo rinvio della conferenza stampa di fine anno
L’Ordine dei giornalisti ha comunicato che la Conferenza stampa di fine anno con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni “non avrà luogo per il persistere dell’indisposizione” della premier.
In aggiunta, l’Ordine e l’Associazione Stampa Parlamentare, organizzatori dell’evento, “restano in attesa di indicazioni da parte della Presidenza del Consiglio per la nuova data”.
Giorgia Meloni durante il suo intervento ad Atreju 2023, domenica 17 dicembre
Si tratta del secondo rinvio, visto che la conferenza era stata inizialmente programmata per giovedì 21 dicembre.
L’ultima uscita in pubblico
L’ultimo intervento pubblico della leader di FdI resta quello di Atreju, domenica 17 dicembre.
L’ultima uscita, invece, è di mercoledì 20 dicembre: la premier era in prima fila, insieme all’ex compagno Andrea Giambruno, per assistere alla recita di Natale della figlia.
La polemica per la “legge bavaglio”
Nel frattempo, prima del nuovo rinvio, la Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi) aveva confermato, in una nota, che i suoi vertici, sebbene invitati, non sarebbero stati presenti alla conferenza: “Non è una esortazione a disertare un appuntamento istituzionale al quale i colleghi vengono inviati per lavoro – recita il comunicato -, ma l’inizio della mobilitazione che il sindacato dei giornalisti metterà in campo contro provvedimenti che sanno di censura e per la dignità della professione”.
Il riferimento è quindi verso la cosiddetta legge bavaglio.
L’Ordine dei giornalisti ha invece rivolto un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendogli di non firmare la legge: “Il divieto di pubblicare anche solo ‘stralci’ delle ordinanze di custodia cautelare non ha nulla a che vedere con il principio di presunzione di innocenza, ma costituisce una pesante limitazione del diritto di cronaca”.