Europei, Italia-Austria: gli azzurri non si inginocchiano
I calciatori di Italia e Austria non si sono inginocchiati a sostegno del movimento Black Lives Matter prima della partita degli Europei
I calciatori azzurri non si sono inginocchiati a sostegno del movimento Black Lives Matter prima del fischio d’inizio della partita contro l’Austria, valida per gli ottavi di finale degli Europei di calcio. Come loro anche i giocatori austriaci.
A spiegare la decisione, prima del match, è stato il capitano dell’Italia, attualmente infortunato, Giorgio Chiellini.
“Non c’è stata nessuna richiesta – ha spiegato il difensore azzurro – quando capiterà e ci sarà la richiesta dell’altra squadra, ci inginocchieremo per sentimento di solidarietà e sensibilità verso l’altra squadra”.
Per il calciatore azzurro anche una piccola gaffe: ha detto ‘nazismo’ al posto di ‘razzismo’.
“Ma – ha aggiunto Chiellini – cercheremo sicuramente di combattere il nazismo in altro modo, con delle iniziative insieme alla Federazione nei prossimi mesi”.
Italia-Austria, la decisione degli azzurri
Dopo le polemiche dei giorni scorsi, gli azzurri si erano riuniti venerdì notte per stabilire una linea. Dopo averne discusso, i giocatori dell’Italia hanno detto no all’inginocchiamento, perché è una forma di protesta che non condividono.
Allo stesso tempo hanno deciso che se lo farà l’altra squadra, allora per solidarietà lo faranno anche gli azzurri, tutti assieme.
In questo caso l’Austria, come l’Italia, non ha avanzato la richiesta ufficiale alla Uefa per inginocchiarsi prima del fischio d’inizio.
Per il gesto infatti è necessaria una richiesta da parte di almeno una delle due squadre, perché l’arbitro deve fare un fischio preliminare prima del calcio d’inizio, per dare il tempo di inginocchiarsi. È la stessa procedura che viene seguita quando si osserva il minuto di silenzio in segno di lutto.
Il precedente con il Galles
La questione è diventata d’attualità dopo che, prima della partita contro il Galles, solo alcuni azzurri si erano inginocchiati in campo per protestare contro le discriminazioni. Il gesto solitario di alcuni calciatori aveva diviso l’opinione pubblica.