Crollo viadotto, chiusa anche A26: Genova è isolata
La procura di Savona ha avviato accertamenti anche sullo stato dei piloni del viadotto crollato nel tratto tra Altare e Ferrania, lungo la A6
La procura di Savona ha avviato accertamenti sullo stato dei piloni del viadotto crollato nel tratto tra Altare e Ferrania, lungo la A6. Secondo quanto riporta l’Ansa, il procuratore capo Ubaldo Pelosi ha dichiarato: “Abbiamo fatto alcuni sopralluoghi ma per chiarire i fatti ci vorrà tempo”. Sull’ipotesi che una delle cause del crollo possa essere ricondotta a problemi strutturali su piloni o collina, Pelosi ha risposto: “È impossibile dirlo adesso, sono oggetto delle indagini”.
Da quanto trapela dall’inchiesta aperta sembrerebbe che il tronco di A6 crollato nella giornata di domenica era già al centro di un’indagine aperta da Anac sulle spese di manutenzione effettuate o meno dai concessionari autostradali. Come emerso, secondo quanto riportato da Ansa, malgrado la richiesta dell’Anac l’Autostrada dei Fiori non ha rivelato la spesa della manutenzione.
Dall’indagine, il cui documento in mano agli inquirenti è dello scorso luglio, era emerso come le percentuali previste dalle norme non siano state rispettate da una una serie di concessionari, tra cui l’Autostrada dei Fiori.
Chiusa A26, emergenza isolamento in Liguria
Dopo il crollo del viadotto sulla A6 Savona-Torino, anche un tratto dell’A26 vicino a Genova è stato chiuso per “verifiche”. E la Liguria rischia l’isolamento.
Ieri sera, Autostrade per l’Italia ha reso noto che a partire dalle 21.30 sarà chiusa al traffico in entrambe le direzioni la tratta dell’autostrada A26 compresa tra l’allacciamento con l’autostrada A10 e lo svincolo di Masone. Una misura assunta per consentire verifiche tecniche sui viadotti Fado Nord e Pecetti Sud (quest’ultimo annoverato tra i ‘viadotti ammalorati’ del dossier aperto in procura). In conseguenza della chiusura, vengono consigliati itinerari alternativi.
Secondo quanto riportato da Ansa la chiusura del tratto autostradale della A26, compresa tra l’allacciamento con l’autostrada A10 e lo svincolo di Masone, è stata disposta dalla procura di Genova visto lo stato di ammaloramento dei viadotti Fado Nord e Pecetti Sud.
“Genova ora è isolata, siamo tornati agli anni ’30. Va bene il provvedimento per la sicurezza dei cittadini, ma il governo deve pensare anche all’economia di una città, deve garantire gli spostamenti e il primo sistema portuale italiano che ora è irraggiungibile. Spero che si chiarisca tutto questo”. Lo ha detto il governatore della Liguria Giovanni Toti commentando la chiusura di un tratto della A26.
“Genova ha fatto molto da dopo il crollo del Ponte Morandi, mi chiedo cosa hanno fatto gli altri oltre a parlare della revoca delle concessioni” le parole del governatore, secondo quanto sottolineato da Ansa.
Toti ha poi proseguito: “La situazione è difficile ma al primo posto viene la sicurezza dei cittadini ma bisognava aspettare un anno e quattro mesi dal crollo del Ponte Morandi? Voglio saper dal governo che cosa sta facendo non sulla A26 ma su tutte le infrastrutture della Liguria”.
La causa del crollo, parlano gli esperti
La probabile causa del crollo del viadotto sulla A6 potrebbe essere “l’impatto della massa di fango, scesa velocissimamente da un’altezza considerevole e lungo un bacino stretto, sui piloni del viadotto stesso”. Lo hanno detto all’Ansa, al termine del sopralluogo aereo, due esperti della Protezione civile, Nicola Casagli dell’Università di Firenze e Luca Ferraris della Fondazione Cima.
La frana è scesa da un’altezza di 300 metri, a circa 20 metri al secondo. “È stata rapidissima – hanno detto gli esperti – e calcolando la velocità con la quantità di massa l’impatto sui piloni è stato devastante”.
Secondo Casagli e Ferraris, è stata la grande quantità di pioggia caduta il mese scorso a provocare lo smottamento di un terreno che è stato agricolo e poi abbandonato, in una zona considerata a rischio da moderato a basso.
“La frana ora sembra ferma, ma i 15 mila metri cubi di materiale potrebbero scendere in qualsiasi momento ampliando i fianchi dello smottamento”, hanno concluso gli esperti.
Crollo viadotto, le tempistiche della ricostruzione
L’amministratore delegato di Autofiori (Gruppo Gavio) Bernardo Magrì, durante la riunione in prefettura a Savona con il ministro delle infrastrutture Paola De Micheli, ha dichiarato: “È tecnicamente possibile poter ricostruire la parte del viadotto crollata in quattro mesi con l’ipotesi di una campata in acciaio non sorretta da un pilone”.
“Stiamo già lavorando a questa possibilità con la nostra unità di crisi”, ha aggiunto Magrì. Nel frattempo, i tecnici stanno verificando la tenuta dell’altra carreggiata per valutare se riaprirla su due sensi di marcia.
Crollo viadotto, chiuse ricerche dei vigili del fuoco
I vigili del fuoco, secondo quanto riferisce l’Ansa, hanno ultimato le ricerche decretando che non ci sono state auto né persone coinvolte nel crollo del viadotto.
Il comando generale ha dichiarato: “Sono stati effettuati sondaggi e carotaggi dell’impalcato tramite penetrazioni e telecamere di ricerche. E tutte le zone di accumulo di fango sono state sondate, così come l’alveo a valle del crollo”.
Dopo le ricerche, sono partite le operazioni per mettere in sicurezza l’alveo, in vista del peggioramento delle condizioni meteo atteso per domani.
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