Covid, campagna vaccinale a rilento: la soluzione di Galli
Massimo Galli ha espresso alcune perplessità in merito all'andamento dell'epidemia, la riapertura delle scuole e la campagna di vaccinazione
La campagna vaccinale contro il Covid è ormai iniziata da più di una settimana. Sono 118.554 le persone vaccinate in Italia, secondo l’ultimo aggiornamento del report alle 00.59 del 4 gennaio. Anche Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ha ricevuto la sua prima dose ed è in attesa della seconda; nel frattempo, in un’intervista del Messaggero, ha espresso alcune perplessità in merito all’andamento dell’epidemia, la riapertura delle scuole e la campagna di vaccinazione.
Secondo quanto indica il report, i dati sulle somministrazioni sono molto diversificati in base alla regione; nel Lazio, in cima alla classifica, sono già state somministrate 22.314 dosi su 45.805, vale a dire il 48,7% di quelle consegnate; in Lombardia i numeri sono molto diversi, in quanto le dosi somministrate sono appena 3.126 su 80.595, cioè il 3,9%.
I ritardi nella campagna vaccinale: la soluzione di Galli
Sui rallentamenti in Lombardia si è espresso l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, e anche Massimo Galli ha voluto offrire una sua lettura. “Credo che sarà comunque molto difficile condurre la campagna vaccinale se non si tiene conto che in tutta Italia il personale sanitario è duramente provato e difficilmente può farsi carico di altro lavoro straordinario, particolarmente in Lombardia”, ha sottolineato Galli.
Una possibile soluzione, per il medico, potrebbe essere “di fare ricorso a medici e infermieri che sono andati in pensione negli ultimi quattro anni e che siano volontariamente disponibili a farsi carico di parte del lavoro e contribuire alla campagna vaccinale”.
I rischi della riapertura delle scuole
Quanto ai rischi rappresentati dalla riapertura delle scuole e la ripresa delle lezioni in presenza, Galli ha manifestato preoccupazione: “Negare che la scuola rappresenti un contesto o una causa diretta o indiretta di diffusione dell’infezione – lo dico con grande tristezza, le lezioni in presenza sono importanti e rappresentano un diritto per i ragazzi – significa negare l’evidenza dei dati di vari studi internazionali”; tenendone conto “è impossibile pensare che anche la sola movimentazione degli studenti non abbia un ruolo nella diffusione del virus“, ha detto Galli.
Le misure dopo l’Epifania
Sul tavolo del governo ci sono le misure anti-contagio da introdurre dopo l’Epifania; Massimo Galli si è detto favorevole a un prolungamento delle restrizioni: “È stato riaperto tutto troppo presto, al di là dei criteri fissati e della grande attenzione nel farlo. La coperta si è rivelata corta ed è stata troppo tirata di qua e di là”.