Cosmopol vigilanza commissariata per pratiche di caporalato: stipendi da fame, turni disumani e minacce
L'inchiesta su Cosmopol rivela paghe inadeguate e pratiche di caporalato nel mondo della vigilanza privata. I dettagli sull'indagine
Nuove ombre sulle società di servizi di vigilanza privata, con il caso che investe la Cosmopol spa, sotto i riflettori giudiziari per la gestione dei propri dipendenti e dei loro salari. L’inchiesta ha portato il procuratore Paolo Storari di Milano a emettere un decreto d’urgenza per il commissariamento dell’azienda, la quale avrebbe perpetrato azioni di caporalato.
Casi di caporalato
Il nuovo sviluppo è parte dell’ampia indagine condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza milanese. Oltre all’azienda, con sede ad Avellino, l’indagine coinvolge Francesco Perrotti, il rappresentante legale.
La sede nella provincia di Lodi della Cosmopol è al centro di numerose perquisizioni, mirate sia alla società che alle figure responsabili coinvolte. Inoltre, è in corso la notifica dell’informazione di garanzia, comprendente anche le responsabilità individuali relative ai reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Il caso è del tutto simile a quello che ha investito la Mondialpol, altra società di vigilanza
Le testimonianze
I lavoratori di Cosmopol spa hanno offerto, ai fini dell’inchiesta, diverse testimonianze preziose, i cui contenuti sono a dir poco scioccanti. Una dipendente racconta di essere stata costretta a fare turni da 12 ore per 10 o 15 giorni consecutivi, senza concessioni per il riposo.
Lamentele sulle condizioni di lavoro sono state accolte con freddezza, in base a quanto racconta la lavoratrice, come dimostra la risposta di uno dei responsabili, Caliendo, che non ha concesso alcuna possibilità di riposo.
Stipendi da fame
La storia si arricchisce di voci, tutte riconducibili alla medesima situazione: stipendi sotto la soglia di povertà, minacce e intimidazioni in caso di opposizione.
Le minacce, come rivela l’inchiesta, contemplavano il licenziamento o il trasferimento a postazioni meno convenienti. Una testimonianza ha persino riferito di episodi di “body shaming” e di turni eccessivi, senza spazio per malattie o visite mediche.
Il caso Mondialpol
Un precedente provvedimento simile è stato intrapreso nei confronti di Mondialpol, altra società di vigilanza accusata di pratiche da caporalato nei confronti dei propri dipendenti.
Il caso ha trovato di recente una svolta: come dichiarato dal procuratore Marcello Viola, la società ha intrapreso azioni per riequilibrare le retribuzioni, spingendo alla revoca delle accuse. Le indagini avevano rivelato che il salario orario medio dei lavoratori era appena sopra i 5 euro lordi.