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Coronavirus, l'allarme: "Occhio al tempo di raddoppio". Cos'è

Secondo il fisico Giorgio Sestili, nell'analisi dell'andamento della pandemia di coronavirus in Italia bisogna fare attenzione al "tempo di raddoppio"

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il fisico Giorgio Sestili ha commentato gli ultimi dati sull’andamento della pandemia di coronavirus in Italia. Nonostante, per il secondo giorno consecutivo, sia stata registrata una riduzione dei nuovi casi di Covid-19 nel nostro Paese, l’esperto ha tenuto a porre l’attenzione su un aspetto critico in particolare, cioè il cosiddetto “tempo di raddoppio“.

In un’intervista a ‘Open’ ha detto: “Il trend dei casi positivi in Italia resta in crescita. Purtroppo, dobbiamo constatare come il tempo di raddoppio dei casi positivi stia scendendo. Al 31 agosto il tempo di raddoppio è inferiore ai 10 giorni. Esattamente un mese fa, il 1° agosto, il tempo di raddoppio era di circa 32 giorni”.

Sestili ha spiegato che questo dato è importante “perché ci dà una prospettiva di medio termine sull’evoluzione dell’epidemia: conoscere il tempo di raddoppio ci consente di stimare quante nuove infezioni avremo nelle prossime settimane”.

L’esperto ha poi parlato del “parametro R“. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità l’ultimo parametro R comunicato è pari a 0,7, al di sotto della soglia di guardia fissata a 1. Sestili, però, ha chiarito: “Se lo calcoliamo non solo sui soggetti sintomatici, come fa l’Iss, ma consideriamo il totale dei casi positivi registrati, il parametro R, al momento, si aggira attorno alla cifra di 3. Significa che un positivo oggi è in grado di infettare in media altre tre persone. Ora il suo valore è molto alto: non si registrava dall’inizio di aprile, quando poi il parametro R è cominciato a scendere grazie alle misure di lockdown”.

Giorgio Sestili ha spiegato: “L’Istituto Superiore di Sanità analizza i tamponi provenienti dalla Protezione civile. Chiama le persone che risultano positive e chiede quando hanno avuto i primi sintomi. Su questi dati costruiscono le loro statistiche, ossia a partire dall’inizio dei sintomi. In questo tipo di conteggio sono esclusi ovviamente gli asintomatici che in realtà, in questo momento, sono una fetta consistente dei positivi in Italia”.

Il fisico ha sottolineato come nell’ultimo report pubblicato dall’Iss si legga che “il 70% dei casi è asintomatico”. Sestili, nella sua analisi sul parametro R in Italia, ha così concluso: “Se aggiungessimo i sintomatici, la stima del parametro R cambierebbe”.

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