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Coronavirus, Ricciardi: "A rischio riapertura delle scuole"

Il consigliere del ministro della Salute rimette in discussione la riapertura delle scuole per settembre

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Walter Ricciardi non esclude che, vista la situazione dei contagi, la scuola possa rimanere chiusa. Il consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica di Roma, in un’intervista al Messaggero lancia l’allarme e rimette in discussione la riapertura a settembre dell’anno scolastico.

Coronavirus, rischio riapertura delle scuole: l’avvertimento di Ricciardi

Per il professor Ricciardi sono necessari “tutti gli sforzi possibili e immaginabili per riaprire le scuole, e questo significa che serve che da una parte le persone abbiano comportamenti adeguati e che le autorità si preparino adeguatamente” sottolinea. La problematicità dei nuovi contagi “è diffusa su tutto il territorio nazionale. Non c’è nessuna zona che parte avvantaggiata o svantaggiata”.

Ma nulla è dato per scontato. Non esiste la possibilità di una “chiusura di aree con focolai”, come spiega il consigliere, ma esiste anche un rischio reale che “non riaprano le scuole”.

Coronavirus, “A rischio riapertura delle scuole”: le motivazioni di Ricciardi

“Noi possiamo e dobbiamo lavorare perché le scuole riaprano” ha continuato Ricciardi “se abbiamo una esacerbazione e una crescita dei casi, si riapre un enorme punto interrogativo, perché di fatto in queste condizioni le scuole potrebbero essere fonte di nuovi focolai“.

Secondo quanto espresso dal professore dipenderà tutto “dalla capacità che avranno i territori e le autorità sanitarie di intercettare e circoscrivere i focolai“.

A sostegno della sua ipotesi Ricciardi fa un quadro della situazione, allo stato attuale: “Il contagio è alimentato sostanzialmente per circa il 30-35 per cento da quei turisti italiani che ritornano dall’estero, e sono soprattutto ragazzi. Poi un altro 40 per cento è autoctono, sono focolai cioè originati o trasmessi in famiglia o in comunità. Infine, un 20-30 per cento di persone sono turisti, oppure migranti, o comunque persone che vengono dall’estero”.

Il consigliere del ministro della Salute conclude quindi come non sia per nulla da escludere la chiusura di alcune zone del Paese ma “prima di chiudere, bisogna cercare di tracciare i contagiati e di limitare i focolai”.

ricciardi Fonte foto: Ansa
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