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Coronavirus, immunità e sforzo fisico: lo studio italiano

Sono tre gli elementi che giocano un ruolo fondamentale nell'esito dell'infezione

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

È nei primi 10-15 giorni dal contagio che si decide l’esito dell’infezione Covid-19: questa, in sostanza, la conclusione di uno studio sul coronavirus. La gravità della malattia può dipendere da tre elementi: prima di tutto dall’esposizione virale, in secondo luogo dalla debolezza immunitaria e infine da uno sforzo fisico intenso nei giorni dell’incubazione. Lo studio, riportato da Ansa, è stato condotto dall’Istituto superiore di sanità.

Questo modello, secondo l’Iss, “potrà contribuire a meglio orientare provvedimenti mirati alla gestione della seconda fase della pandemia”. Si tratta infatti di un “navigatore” per “meglio orientarsi nella prevenzione, diagnosi e sorveglianza”.

Nella ricerca si passano in rassegna tutte le manifestazioni cliniche del virus, dalle forme asintomatiche fino alla morte. Si tratta del primo modello scientifico del genere ed è stato elaborato da tre ricercatori italiani.

I tre italiani che hanno messo a punto il modello scientifico sono Paolo Maria Matricardi (Charité Universitätsmedizin Berlin, Germany), Roberto Walter Dal Negro (National Centre of Pharmacoeconomics and Pharmacoepidemiology, Verona) e Roberto Nisini (Reparto Immunologia, Istituto Superiore di Sanità).

Attualmente in fase di revisione, la ricerca è stata proposta per la pubblicazione alla rivista “Pediatric Allergy and Immunology” ed è stata pubblicata come pre-print sul sito preprints manuscript.

Intanto, secondo il presidente dell’istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, la situazione epidemiologica è in fase di miglioramento ma il virus continua a circolare per cui è importante mantenere la cautela in vista delle riaperture.

Coronavirus, il modello italiano sui primi 15 giorni

Secondo il modello, l’esito della malattia non solo si decide nelle prime 2 settimane dal contagio ma dipende anche dal bilancio tra la dose cumulativa di esposizione virale e l’efficacia della risposta immunitaria.

Il virus è in grado di superare questo “primo round” se l’immunità innata è debole, come negli anziani e nei soggetti privi di anticorpi; l’esposizione cumulativa al virus è enorme – ad esempio tra medici e operatori sanitari -; e se si compie un esercizio fisico intenso, con elevatissimi flussi e volumi respiratori proprio nei giorni di incubazione.

Se il virus SarsCov2 supera il blocco del sistema immunitario e si diffonde dalle vie aeree superiori agli alveoli già nelle prime fasi dell’infezione, come hanno spiegato i ricercatori, allora può replicarsi senza resistenza locale causando polmonite e rilasciando elevate quantità di antigeni.

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Coronavirus, grafico e mappe della Protezione Civile al 24 aprile Fonte foto: Ansa
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