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Carabinieri Piacenza, svolta nell'inchiesta: nuovi indagati

Dopo l'arresto di sei carabinieri, svolta nell'inchiesta di Piacenza: potrebbero esserci altri indagati appartenenti all'Arma

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Si allarga l’inchiesta della procura di Piacenza e della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto il 22 luglio di sei carabinieri accusati di aver messo in piedi un sistema criminale che prevedeva arresti pilotati per sequestrare la droga e poi rivenderla attraverso galoppini ai quali spettava il 10% dei guadagni e poi minacce, botte e torture: nel registro degli indagati sono stati iscritti altri militari, tutti all’interno dell’Arma nella cittadina emiliana.

Dalla procura non arrivano conferme ma secondo alcune fonti investigative le posizioni dei nuovi indagati sarebbero più lievi e marginali rispetto ai gravissimi reati che invece vengono contestati a vario titolo all’appuntato ‘Peppe’ Montella e agli altri cinque carabinieri in servizio alla stazione ‘Levante’, tra cui anche il comandante, il maresciallo Marco Orlando.

Caso Piacenza, spuntano altri indagati

Dopo gli interrogatori di garanzia, e la decisione del giudice per le indagini preliminari, Luca Milani di lasciare in carcere cinque carabinieri e un sesto agli arresti domiciliari, si continua dunque a scavare per scoprire chi potesse sapere qualcosa dei metodi brutali, ma anche dello spaccio di stupefacenti, che vengono contestati ad alcuni militari.

Decisive le dichiarazioni rese dalle tante persone ascoltate in questi giorni dagli inquirenti: da un lato vi sono diversi presunti testimoni coinvolti, a loro dire, nelle vicende di spaccio o violenze accadute tra le quattro mura della stazione in via Caccialupo, alcuni dei quali si sono rivolti ai Pm dopo aver visto le prime notizie sui giornali.

La loro attendibilità è sotto un attento vaglio, anche perché pare che alcune testimonianze non concordino con quanto invece riferito alla stampa dagli stessi ne giorni scorsi.

Sarebbero in ogni caso proprio queste testimonianze ad aver portato alle nuove iscrizioni nel registro degli indagati.

Dall’altro lato c’è invece tutto il filone d’indagine che riguarda i vertici locali dell’Arma locale che, negli ultimi anni, hanno avuto con i carabinieri della ‘Levante’ normali rapporti di lavoro e di servizio.

Insomma, lo sviluppo attuale dell’indagine “Odysseus” intende fare emergere quale fosse il grado di conoscenza di quanto avvenisse in quella stazione, famosa in tutta la città anche per i tanti arresti per spaccio che venivano fatti proprio da quel gruppo di carabinieri.

Caso Piacenza, nuovi interrogatori

È questo il motivo per il quale alcuni ufficiali dell’Arma verranno ascoltati nei prossimi giorni in Procura a Piacenza come persone informate sui fatti. Tra loro gli ex comandanti provinciali e il maggiore Rocco Papaleo, attuale comandante della Compagnia di Cremona, che per dieci anni ha comandato il nucleo investigativo della città emiliana.

Grazie a lui e alla sua segnalazione ai pm tramite la sezione investigativa della Polizia locale, nel gennaio scorso, tutta l’indagine ha potuto avere inizio.

Sul fronte degli accertamenti tecnici, invece, si attende la fissazione da parte della procura dell’incidente probatorio chiesto dalla difesa di uno dei carabinieri arrestati, l’appuntato Angelo Esposito, per la raccolta di eventuali tracce biologiche, ematiche e di Dna all’interno della caserma Levante: fino a quando gli accertamenti non saranno conclusi, la stazione dei carabinieri rimarrà sotto sequestro.

comando-carabinieri-piacenza-arrestati-levante Fonte foto: Ansa
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