Rider preso a calci durante la festa per l'Italia: il suo racconto
Rider preso a schiaffi e calci durante la festa in piazza per la vittoria dell'Italia: il video diventa virale sui social
Non si placano le polemiche sul maxi assembramento a Cagliari per festeggiare l’approdo dell’Italia alla finale degli Europei di calcio dopo la vittoria contro la Spagna. È diventato virale sui social, arrivando a 75 mila visualizzazioni su Facebook, un video girato con uno smartphone in cui si vede un rider preso a calci, schiaffi e spintoni da un gruppo di giovanissimi.
Nelle immagini amatoriali si vede una folla di giovani accalcati in mezzo a piazza Yenne che, incuranti delle regole sul distanziamento sociale e senza alcuna mascherina, spintonano un rider a bordo di uno scooter sino a farlo cadere sull’asfalto.
E mentre altri giovani cercano di placare gli animi, sull’uomo piovono schiaffi, calci e colpi di asta di una bandiera Tricolore. Qualcuno lo aiuta a risollevare lo scooter, tenendo a bada altri giovanissimi, consentendo al rider di riprendere la sua corsa e il suo lavoro.
Migliaia i commenti tra chi grida “vergogna” e chi sollecita maggiori controlli e invece chi chiede “giustizia” per il rider auspicando che i giovani vengano riconosciuti nel video e sanzionati.
Il sindaco Paolo Truzzu ha annunciato di aver convocato il rider in Comune venerdì per chiedergli scusa.
“Che divertimento c’è nell’aggredire una persona che lavora mentre gli altri ‘festeggiano’? Che divertimento c’è nel saltare sul tetto di un autobus e danneggiarlo? Sono scene che non possiamo giustificare in alcun modo. Perché solo dei vigliacchi e degli incivili senza alcuna educazione e rispetto per gli altri possono comportarsi così”, ha scritto Truzzu su Facebook.
Cagliari, il racconto del rider
La vittima dell’aggressione, Alessandro Ghiani, 51 anni, rider da tre anni perché “altro lavoro non ce n’è”, ha raccontato così all’Ansa quella brutta esperienza: “Per me è tutto superato, certo al momento mi sono spaventato“.
“Ma ricordo soprattutto i gesti di solidarietà: soprattutto un ragazzo e una ragazza che mi sono stati vicino e addirittura, pensando che mi avessero rubato le pizze, volevano ripagarmele”.
“Avevo la strada libera – racconta – ma improvvisamente sono stato inseguito da un gruppetto. Dico la verità: non mi hanno dato colpi alla faccia, ma molti battevano le mani sul casco. E anche quello fa male. Sono caduto perché qualcuno poi ha dato un calcio alla ruota. Ero disorientato, un po’ spaventato, ma non paralizzato dalla paura”.
“Sono sicuro che volessero prendermi le pizze, forse una bravata, forse avevano fame. In realtà io stavo trasportando delle birre che avevo nello zainetto , non avevo pizze”.
“Non capisco che cosa sia potuto succedere – continua – passo tante volte in piazza Yenne anche in mezzo a tanta gente. Ma è chiaro che c’era un’atmosfera diversa: forse qualcuno aveva bevuto troppo. La finale di domenica? No, non passerò in piazza Yenne.
“Voglio ringraziare chi mi ha prestato soccorso – ha detto – quando li ho rassicurati dicendogli che stavo bene e che le birre erano in salvo mi hanno detto: vai e stai zitto, altrimenti, visto che non hanno trovato le pizze, ti rubano le birre. E ho continuato il mio lavoro”.